di Fausto del Parco 12/10/2021

FINE DEL PATTO SOCIALE USA: 4.600.000 occupati in meno Wall Street festeggia.

Il numero degli occupati in settori non agricoli negli Stati Uniti d’America è il dato macroeconomico più importante tra quelli cui guardano i mercati finanziari per prevedere gli scenari economici futuri. Il gergo tipico lo definisce “The Number”. Esce il primo venerdì di ogni mese a valere sul mese precedente. La sua serie storica è la storia dell’economia mondiale. La crisi pandemica vi si legge nei 21.557.000 occupati in meno tra marzo e aprile 2020. Nei 12 mesi precedenti, il dato era cresciuto alla media mensile di 191 mila unità: il brusco, immane salto di scala fa comprendere la dimensione del fatto economico e sociale. Fino ad oggi sono 16.920.000 i posti di lavoro recuperati; all’appello ne mancano ancora 4.637.000. Non si riesce a pensare loro solo come a un numero: ognuno è una persona umana che vede a rischio il proprio futuro finanziario e sociale. La forte correlazione positiva tra capitalizzazione dei mercati azionari di borsa e numero di occupati è l’espressione storica del patto sociale del capitalismo: più ricchezza per le imprese congiunta a più benessere diffuso. Se questa relazione fosse ancora del tutto valida, ci aspetteremmo di trovare oggi mercati di borsa arrancanti e variamente lontani dal pieno recupero, al pari dell’occupazione. Ma le cose non stanno così. Il NASDAQ, che aveva perduto il 28 per cento del suo valore a marzo 2020, apice della crisi pandemica, vale oggi il 34 per cento in più rispetto a febbraio 2020. Allo stesso modo, il Dow Jones è cresciuto del 18 per cento e lo Standard & Poor’s del 30 per cento. Tutti e tre i mercati hanno di recente aggiornato i loro massimi storici. La capitalizzazione di borsa rappresenta la ricchezza delle grandi imprese; essa è aumentata mentre 4 milioni e mezzo di persone sono ancora senza lavoro. Il patto sociale del capitalismo si è spezzato. La concentrazione della ricchezza cresce. Il nuovo capitalismo del post COVID mostra la sua nuova faccia feroce: tagli all’occupazione.

(fonte immagine: Corriere. it)