di Fausto del Parco 14/10/2021

Gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro in Italia

“La Tempesta Perfetta”: così viene definita la crisi economica mondiale dal febbraio 2020 in avanti, ossia da quando è intervenuta l’emergenza pandemica. Gli effetti della crisi sull’occupazione in Italia si leggono sulle serie storiche pubblicate dall’ISTAT. Da febbraio ad aprile 2020, le forze di lavoro diminuiscono di 1.373.000 unità, ognuna corrispondente ad un italiano che è uscito in senso formale dal mercato del lavoro e non è in quel momento annoverabile né tra gli occupati né tra i disoccupati. Intanto, gli occupati diminuiscono di 669.000. Nel giro di 2 mesi, più di 2.000.000 di italiani si sono trovati dall’oggi al domani con prospettive future incerte e nella crisi più nera. La fredda rilevazione statistica svela la drammaticità sociale e l’immane impatto sociologico che essa ha comportato, sta comportando e potrebbe comportare senza adeguata risposta istituzionale. Dal punto di vista del genere, nei due mesi iniziali della crisi le donne uscite dalle forze di lavoro sono state 742.000 e gli uomini 631.000; le donne hanno perso 350.000 posti di lavoro, gli uomini 319.000; se rapportato agli occupati secondo il genere, rispettivamente il 6,77 e il 4,70 per cento. Le donne sono state più penalizzate: hanno pagato un prezzo più alto alla crisi. Il confronto dei più recenti rilevamenti dell’agosto 2021 con quelli dell’aprile 2020 indica un aumento delle forze di lavoro di 814.000 unità, ossia persone rientrate nel mondo del lavoro o perché tornate a lavorare o perché tornate a cercare lavoro; di essi, 463.000 donne e 351.00 uomini. Gli occupati sono aumentati di 277.000 unità, 130.000 donne e 147.000 uomini. Siamo ancora lontani dai livelli precedenti alla crisi. La comparazione dei dati più recenti con il giugno 2019 indica 581.000 occupati in meno. Rispetto al giugno 2019, gli uomini hanno perso 206.000 posti di lavoro, le donne 375.000. I numeri parlano soli: la Tempesta Perfetta continua a infuriare.

(fonte immagine: ANMIL.IT)