E’  un movimento double face quello dei grillini, un movimento che ha tutte le sembianze di partito e che da oltre dieci anni ha attuato forme di comunicazioni che alcune volte hanno rasentato se non  il codice penale almeno il ridicolo. Ed in questi anni hanno massacrato politici, giornalisti, e personaggi vari. Oltre dieci anni cominciati con un vaffa day che tanto ha riempito le piazze, ma soprattutto le pance degli analfabeti  funzionali, per proseguire sulla riga dello slogan onestà-onestà-onestà, cooptando quella parte di elettorato giustizialista a senso unico e puntando verso un cavallo di battaglia  che col tempo è apparso più come un brocco piuttosto che un cavallo da corsa. Oltre dieci anni a costruire consenso con l’ipotesi della ghigliottina in piazza ma ovviamente solo a chiacchiere, per soddisfare sotto sotto la voracità di una platea legata ad una azienda privata. Oltre dieci anni a costruire castelli di chiacchiere proprio a danno di quell’elettorato che cieco e sordo alle parole di un’altra parte di Paese diceva di non porre fiducia. Adesso che da sette mesi sono al governo, mostrano in tutta la loro interezza la loro doppia faccia del Giano bifronte. L’alleanza fatta con la Lega di Salvini in quattro e quattro otto ha messo a nudo quello che molti professionisti della politica hanno sempre detto di costoro. Gli slogan vecchi  sono stati sostituiti con altri nuovi e imparati a memoria come un mantra dai governanti penta stellati, dai parlamentari e dai tifosi irriducibili, con la differenza che i nuovi slogan sono da subito apparsi più fasulli dei vecchi e che alcune parti di elettori sembra che siano ritornati all’ovile di provenienza o ancora peggio schierarsi con la Lega, facendo aumentare a questa la dote di probabili voti che alle prossime elezioni europee dovrebbe prendere. Un movimento, sempre più succube di dirigenti proni all’alleato leghista e che non ha nerbo per staccare la spina a questo governo. Ma d’altronde come possono i deputati ed i senatori 5 stelle staccargli la spina se il giorno dopo dovranno andare a cercarsi un lavoro? Ma vi immaginate Di Maio, Toninelli, e pure Fico con gli scatoloni in mano, a meno che non ricambino le regole come hanno fatto negli ultimi tempi e si impongano qualche altra legislatura a spese degli italiani con tutti i nessi e connessi.  Ma vi immaginate cosa succederebbe a costoro? No questo non lo possiamo neanche immaginare perché non lo  farebbero mai,  significherebbe non mettersi più in tasca la bella e sostanziosa busta paga mensile che percepiscono al pari di tutti coloro che hanno attaccato in questi dieci anni, e credetemi… come dice la canzone di Pino Daniele, “ncoppa e sordi a gente un guarda nfaccia a nisciuno”. Quindi state freschi se sperate che facciano cadere il governo. Voteranno no alla autorizzazione a procedere contro Salvini, autoaccusandosi di correo con il ministro dell’interno, magari dando poi la colpa alla base che ha votato nella piattaforma di una azienda privata, in cambio della rinuncia alla tav da parte dei leghisti. Voteranno per l’autonomia differenziata delle regioni del nord, con grave danno per il sud, pur di continuare a stare al governo. E’ un movimento dalla doppia facciata e dalla doppia morale, mentre il governo da loro presieduto ha espresso un presidente del consiglio che conta quanto il due di coppe con la briscola a mazze. Un ministro dell’economia che non si capisce perché non si dimette ed una serie di dissidenti che ancora si ostinano a starci dentro. La verità con molta probabilità sta nel valore del denaro che i penta stellati guadagnano ogni mese traendoli dalle tasche degli italiani. Un governo che entro l’anno dovrà fare i conti con i soldi che abbisognano per rifinanziare reddito di cittadinanza e quota cento, mentre con molta probabilità può succedere che Mattarella li prenda per le orecchie e a calci nel sedere e li manderà a quel paese chiamando Mario Draghi che nel frattempo si è liberato dalla BCE alla formazione di un governo tecnico per riparare i danni che questo governo sta facendo. E allora si che saranno cavoli amari per tutti.

Liborio Martorana

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