Il listone per non morire. Questa la reale situazione della politica del quasi centrosinistra palermitano: un listone al cui interno ci sono tutti, da sinistra a destra. L’importante é non avere simboli di partito.

Leoluca Orlando è stato chiaro: «Chi vuole stare con me, lo deve fare senza simboli di partito”. E, siccome tutti coloro i quali lo stanno appoggiando nutrono pochissime possibilità di sopravvivenza, hanno deciso di stare agli ordini orlandiani».

L’attuale primo cittadino, quindi, diventa il candidato di Pd, Ncd  ed ex dell’Udc, mentre  gli ex di Rifondazione, Sel e Altra Europa, dando vita a Sinistra Comune, hanno annunciato anche il loro appoggio. Poi c’è Carlo Vizzini, ex Forza Italia ed ex Psi, che ha già ricevuto un incarico da Orlando come responsabile dei rapporti tra l’amministrazione e la squadra di calcio locale,  assieme a Cardinale (anche lui ex di qualcosa). Infine, arriva l’appoggio di Rosario Crocetta, il quale ha deciso di ricandidarsi alle prossime regionali.

Ora, sembra che il tormentone “simbolo si – simbolo no” sia terminato con la vittoria delle proprie posizioni da parte di Orlando, anche perché, dopo i contatti e le discussioni fatte al Nazareno, assieme a tutti coloro i quali appoggeranno il sindaco si è deciso di rinunciare al proprio simbolo mettendo in campo uno o due listoni. Questo, in base al numero di concorrenti  che si presenteranno per un posto al consiglio comunale.

La politica e i suoi sistemi interpretativi ormai sono in continua evoluzione e non c’è da stupirsi se vediamo gli uomini di Rifondazione o di Sel cominciare ad andare a braccetto con quelli del Ncd e del Pd, ma ogni elezione è sempre una partita a parte. Se, qualche decennio addietro, era cosa impensabile vedere insieme frange della sinistra radicale e della destra, oggi la disaffezione alla politica diventa una cosa utilitaristica e consequenziale a un situazione da potere definire paradossale.

Cercare alleati  per vincere le elezioni è qualcosa che interessa quanti non hanno i numeri a sufficienza per potere decidere da soli e, a Palermo in questo momento, sono le alleanze che contano. In fondo ciò che é veramente importante sono i numeri e ogni candidato alla poltrona di primo cittadino della città di Palermo dovrà cercarli ovunque.

Nel frattempo, Fabrizio Ferrandelli, accusato e bistrattato di essere il candidato di Saverio Romano e di Gianfranco Miccichè, dopo le dichiarazioni negative di entrambi, si prende delle soddisfazioni sulle alleanze stipulate dagli “amici ra’ cuntintizza”.

Liborio Martorana