di Michele Iacono 27/04/2024

“Misuro la grandezza delle stelle…” suggerisce Ornella Mallo in questa sua raccolta intima, e già l’eco di siderei epigrammi manifesta la bellezza delle stelle e nel percepirle si insinua il gioco sottile della parola che tutto crea. Ed ecco che la parola si fa immediatamente strumento di conoscenza offrendoci la vasta gamma della sensibilità umana nel manifestare tutti i sentimenti: malinconia, profondità, mutevolezza, colorazione, amorevolezza, seduzione, favola, commozione, baldanza, violenza, brutalità, carnalità…

Esiste, di fatto, un mondo sconosciuto a noi stessi, un flusso vitale in cui siamo immersi, come umani, che ha sempre fatto da sfondo alla nostra esistenza. Lo stupore che ha colto l’umanità nel suo lento processo di umanizzazione è stato proprio quel “Misurare la grandezza delle stelle…”. Possedere il potere delle parole è creare sentimenti, riconoscere emozioni, tentare di dare un senso a quel Panta rei di cui parlava Eraclito, quel ground sotterraneo che ci scuote, ci ammalia, e ci permette di arrischiare una comprensione, non sempre corretta, del mondo.

Ornella Mallo è signora delle parole, nel senso cui accennavamo sopra, è sciamana di quel misterioso mondo fatto di metaferenti e metaferendi che costruiscono i significati del nostro vivere quotidiano; si può piangere o ridere, faticare od oziare, vivere o morire, la natura lo ha sempre consentito; eppure è nelle “parole” che ci siamo dati che questi sentimenti assumono una tonalità tutta particolare e, nei poeti e nelle poetesse, toccano vette di sublime bellezza, in forza di quella capacità di penetrare il velo di Maya che la natura nasconde; vibrazioni ed echi di un mondo che pulsa, e sentirne la sonorità profonda è qualità per pochi.

La raccolta di racconti “Sarà come non fossimo mai stati” è suddivisa in tre sezioni, ma poco importa tale ripartizione, poiché in tutta l’opera, è la “parola” a giganteggiare nel manifestare i sentimenti più cupi o ridenti, i drammi delle donne, le illusioni che tutti noi, in un modo o nell’altro, ci creiamo. Così è, per esempio, per “Ci prendono per navi e siamo isole” o “Celeste”, “Xenia”, “La mano”, “Il volo” o “Albero-casa: parlo al pino di Capo Zafferano”, le lettere ai figli Simone e Claudia, “La notte stellata” o “Passi di stelle” in cui appunto la poetessa misura la grandezza delle stelle…

La prosa sciolta, ricca, in una elegante ricerca stilistica e sintattica riempie il cuore di fronte alla povertà di linguaggio di cui si vanta una parte del mondo moderno e fa ben sperare, poiché sin quando si avranno sensibilità delicate come quelle espresse da Ornella Mallo, potremo dire: la bellezza esiste ancora.