Sembra un ulteriore imbroglio questo della TAV perpetrato dalle compagini di governo a discapito degli italiani. Il balletto dei “si fa o non si fa” giunto ormai all’estremo ratio pone di conseguenza un ennesimo interrogativo: ma i due partiti che compongono il governo ci sono o ci fanno? C’è di certo che ormai tutti i rappresentanti di questo governo compreso coloro che lo sostengono, non vogliono abbandonare la poltrona che gli permette di guadagnare tanti bei soldini che raccolgono dall’albero della cuccagna e quindi ognuno di questi sarebbe capace di rimangiarsi le loro idee e tradire i propri elettori.  Da un lato ci stanno i cinque stelle che hanno da sempre perorato la logica del NO TAV, appoggiandone il movimento e l’idea, riscuotendo tanti bei voti da costoro che li hanno aiutato ad avere quella percentuale di numeri che gli ha permesso di entrare nella formazione di un governo assieme alla lega. Per anni si sono schierati con tutti coloro che erano contro i governi precedenti e, dove ognuno aveva delle rimostranze da fare, i grillini erano sempre pronti e farci un cavallo di battaglia per mera propaganda politico elettorale. Oggi che stanno belli seduti al governo si rendono forse conto della diversità che c’è tra lo sbraitare ed il mettere in pratica le chiacchiere che per anni hanno professato. Sulla questione TAV di queste settimane si sono messi in mostra cercando di recuperare nei confronti dell’alleato leghista quella percentuale di votanti che si sono fatti divorare, continuando a perorare la logica dei NO TAV. Fino a questo punto niente da dire, sembra che stiano portando avanti in modo di dubbia coerenza questa battaglia. Sembra, è il dubbio è sostanzialmente fondato, perché già si sono espressi in modo  poco trasparente a quello che hanno professato che il gioco lo stiano conducendo loro, tipo l’ILVA di Taranto che dovevano chiudere in quattro e quattr’otto ma che poi alla fine hanno cambiato idea tradendo quei principi che sono serviti a trovare voti. La legge Fornero che doveva essere abolita in capo ad una settimana e che ancora sta messa ancora dentro la cassaforte in cui è stata rinchiusa al momento della sua emanazione è l’emblema del fallimento di una politica edotta all’improvvisazione ed al dilettantismo. L’altra compagine di governo, la famosa lega, abile nel gioco delle tre carte è da sempre schierata per il SI TAV ma se potesse abbandonerebbe l’idea del tunnel dentro le Alpi pur di non fare cadere questo governo. Ma non può, non si può tirare indietro, soprattutto per riverenza verso quegli imprenditori che le hanno dato fiducia nelle varie elezioni. Quindi cosa decide di fare? Fa il gioco delle tre carte che le riesce molto bene, intavolando una sorta di finta guerra con l’alleato di governo per giungere alla fine ad una sorta di tregua con armi giocattolo per intercessione del finto presidente del consiglio verso la ditta costruttrice e cercando di mettere sul piatto della bilancia un ridiscussione dell’opera. Anche la lega non è disposta a fare cadere il governo, ha troppa carne al fuoco e pure se questa carne è marcia e puzzolente non può abbandonare l’idea di darla in pasto ai suoi tifosi. C’è in ballo la legge sulla legittima difesa, dove gli armaioli non aspettano altro che potere svuotare i propri magazzini dell’accumulato degli anni passati e fare qualche soldino con la vendita di pistole, fucili ed anche qualche cannone. C’è la riapertura delle case chiuse che finalmente metterebbe al riparo tanti uomini che vanno a sfogare la propria indole sessuale che mai proporrebbe alla propria moglie o compagna. Questa legge viene proposta come scusante per la salvaguardia del decoro urbano. Come in ballo c’è la riforma del sistema familiare dove il becero sistema arcaico tornerebbe per legge ad amministrare quelle storture che per anni sono state combattute da quella parte di società progressista che riusciva a guardare lontano. Potrebbe tornare in auge la richiesta di autorizzazione a procedere per i fatti della nave Diciotti. Ed infine c’è sempre quella storia dei quarantanove milioni di euro che la lega ha dilapidato con il contributo dei dirigenti vecchi e nuovi. In fine per farla corta, questa TAV si farà ed il gioco delle tre carte alla fine svelerà chi detiene il banco, chi muove le carte e chi con una scusa da mezzo centesimo cercherà di salvare capra e cavoli, ossia i voti dei propri tifosi e le poltrone che hanno attaccate al culo.

Liborio Martorana

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