E’ saputo e risaputo che tra il sindaco Orlando e Matteo Salvini non corra buon sangue. La questione migranti li ha visti dibattere animatamente nel difendere uno il senso di umanità, l’altro il mal di pancia che lui stesso ha inculcato nella gente pezzente attaccata alle proprie miserie. Lo si è visto per gli sbarchi a Lampedusa, per la questione della nave Diciotto e per l’accoglienza la regolamentazione dei diritti umanitari che il sindaco ha dato a questi provenienti dall’Africa sub sahariana e transitati dai lager della Libia. Con il Decreto sicurezza era chiaro che l’acredine tra i due si sarebbe rafforzata. Nei giorni scorsi c’erano state delle avvisaglie nelle parole di Orlando il quale come sindaco della città lanciava l’abolizione del permesso di soggiorno. Oggi il sindaco palermitano dichiara che non attuerà questo decreto sicurezza in quanto filo razzista. Ecco il sindaco lancia apertamente la sfida sui diritti dei migranti e subito viene sostenuto dal sindaco di Napoli De Magistris e da Nardella sindaco di Firenze, mentre parole di apprezzamento vengono espresse da Pizzarotti sindaco di Parma e da Renato Accorinti ex sindaco di Messina. Ed è prettamente inutile che Salvini cerchi di replicare con battute di nessun valore, la sua reazione mette in mostra tutta la sua debolezza, quella debolezza che ha cercato di inculcare nella mente degli italiani. Per sua sfortuna non tutti sono caduti nel suo tranello ed oggi di questi ha paura. Ha una fottuta paura che il fronte dei sindaci si allarghi e venga messo con le spalle al muro da quelle teste pensanti che lui odia tanto e che mai e poi mai entreranno nelle sue grazie. Facendo il punto della situazione, oggi Palermo, città dell’accoglienza, impartisce una grande lezione non solo al microscopico Salvini ma al mondo intero.

E’ risaputo che il sindaco Orlando non rientra nelle mie grazie, ma in questa storia del decreto sicurezza merita considerazione. Spero che la questione si allarghi ed altri sindaci aderiscano a questa rivolta contro Salvini il nazirazzista

Liborio Martorana

(fonte immagine web)