The Americans dal vero. Una storia di spie

di Rosario Tralongo

 

Avete presente la serie TV The Americans giunta ormai alla terza stagione? Quella dove una famigliola normale con dei figli normali conduce una esistenza  normale tranne che (ad eccezione dei figli) si tratta di spie Russe (già dell’ Unione Sovietica) cosiddette “dormienti”?. Pronte, cioè, ad entrare in azione militarmente nel caso di un conflitto armato ma normalmente operanti per raccolta di informazioni e intelligence.

Ebbene è tutto vero e anche di più, molto di più. Nei primi anni ’80 una coppia di spie, Andrey Bezkurof e Elena Vavilova, sono sottoposte ad un intenso addestramento, assumono le identità di cittadini Canadesi morti da piccoli (Donald Hearthfield lui Tracy Foley lei) e spedite in Canada.

        

Nel giugno 1990 la coppia ha il primo figlio che chiamerà Tim, cui seguirà nel ’94 il piccolo Alex. La loro esistenza scivola via tranquilla. La famiglia si trasferisce per qualche tempo in Francia dove Donald/Andrej sebbene già laureato in Russia prende una seconda laurea in Economia. Al rientro la famiglia non torna in Canada ma si trasferisce negli Stati Uniti a Boston. Lei lavora come agente immobiliare, lui consulente economico di una importante società.

Nel frattempo accade quello che nessuno poteva immaginare. L’Unione Sovietica crolla e Boris Eltsin blocca tutti i piani cosiddetti “illegali”. La coppia si ritrova senza incarico e libera da vincoli. Poi come noto arriva al Cremlino un altro uomo, Vladimir Putin, ben esperto di servizi segreti, che riattiva tutti i programmi in corso anche quello dei “dormienti”. La coppia si ritrova ad operare non più per il KGB (Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti-Comitato per la sicurezza dello Stato), ma per la SVR (Služba vnešnej razvedki- Servizio d’intelligence estero) il servizio segreto più caro a Putin. Più ancora del GRU (Servizio segreto militare) o del FSB (erede del KGB). Si arriva così al 27 giugno 2010 quando Tim, il maggiore dei due figli, compie 20 anni. Avendo fatto bisboccia la sera prima, quando vede la polizia irrompere in casa, sulle prime pensa sia per lui. Poi nota che non di agenti della polizia di Boston a caccia di erba o alcolici si tratta, ma di agenti dell’ FBI. Il resto della vicenda è intuibile.

I due figli della coppia scoprono di essere figli non di Canadesi ma di Russi e di non chiamarsi Heatfiled ma Vavilov (in Russia si prende il cognome della madre). L’ intera famiglia viene arrestata e successivamente “scambiata” con altre spie americane detenute in Russia e rispediti a Mosca. Al loro arrivo la coppia “dormiente” viene ricevuta con tutti gli onori e insigniti delle più alte onorificenze poiché il programma Sovietico/Russo per infiltrarsi in paesi stranieri rimane unico al mondo nel campo dell’ intelligence. I due figli, tuttavia, nati e cresciuti prima in Canada e poi negli USA, sono a tutti gli effetti cittadini Canadesi di nascita e non si sono ambientati in Russia.

“Ho vissuto per 20 anni credendo di essere canadese e credo ancora di essere canadese, nulla può cambiarlo”, scrive Tim nel suo affidavit alla corte di Toronto. “Non ho alcun attaccamento alla Russia, non parlo la lingua, non conosco molti amici lì, non ho vissuto lì per lunghi periodi di tempo e non voglio vivere lì”.

Una lunga battaglia legale è iniziata e per due volte un tribunale Canadese ha dato loro ragione e per due volte il visto di ingresso in Canada è stato loro negato. Più che mai vero che le colpe dei padri che non dovrebbero ricadere sui figli puntualmente vi ricadono.

Un’ultima notazione di colore. Ben prima della serie Americans (che da questa vicenda ha tratto spunto) nel 1977 il regista Don Siegel aveva diretto Telefon: un film che parlava di agenti Sovietici sul territorio americano condizionati mentalmente a compiere attentati e attivati dallo squillo di un telefono cui seguiva una voce che recitava una poesia del poeta americano Robert Frost “i boschi sono belli, oscuri e profondi, ma ho promesse da mantenere e molte miglia da percorrere prima di dormire, molte miglia da percorrere prima di dormire”.

29 maggio 2018

fonte immagini: web