di Daita Martinez 19/02/2024

Postfazione di Anna Maria Bonfiglio

La perdita di una persona cara genera un’altra persona?

Interrogativo focale in Sarà come non fossimo mai stati, il nuovo libro di racconti di Ornella Mallo, voce palermitana non lontana dal panorama narrativo e poetico e che in queste pagine prende parola a nome di una sfida socio-esistenziale intenta a scardinare pregiudizi e stereotipi quali insidia del  pensiero nel conseguente agire quotidiano della donna, donna con le sue donne che, tra queste pagine, irrompono dai cardini di antichi cliché pronunciati da una narrazione che per secoli le ha guardate costrette dentro a una architettura familiare di rigida e asfissiante composizione a dominio maschile.

La perdita di una persona cara genera un’altra persona?

L’interrogativo occupa la trama di questi racconti che, benché siano il codice di quadri a scenografia distinta, nella lettura hanno unità nel sintagma narrativo di specifica appartenenza a un fondamentale costrutto cognitivo che ha mira nello svelamento di identità al sé presente con forza e intento destrutturante l’inganno di un ambiente mentale precostituito. Con linguaggio elegante e poetico l’autrice è voce dentro le voci di ognuna delle donne qui protagoniste e scoperte nell’attenzione ad ogni virgola del loro farsi respiro. Donne dentro la donna avvertita libera nel coraggio della verità, verità che ha nascita, sempre, nel segno di una perdita: la perdita del padre, la perdita di un uomo, di un ruolo, la perdita di una costretta morale per la conquista di un significante esistere a nome di una rivoluzione interiore letta in termini di rinascita, di presa di coscienza contro ogni formale ipocrisia, perdita e nascita del proprio diritto alla libertà fuori e contro ogni qualsivoglia compromesso emotivo.

La perdita di una persona cara genera un’altra persona?

Genera il sé, genera quel sapersi guardare dentro a stati d’animo e interazioni che profondano lo sguardo dentro l’altro sguardo da sé che è già esistenza altra ma che si reclama propria realtà d’essere. Ornella Mallo nell’itinerario di queste pagine è riuscita a penetrare lo scavo del suo teatro interiore e lo ha fatto con onestà narrativa e intellettuale senza mai abbandonarsi alla retorica di una emozione, di un sentimento, una situazione, cosicché ogni sua protagonista fuoriesce dalla casa del silenzio con dignità che ha vittoria nella sua intelligenza, in quel suo volersi donna libera e non nell’incastro di schemi strutturati all’interno di una famiglia non funzionale, mortificante per la piena presa di parola. Commuovono le pagine rivolte ai figli con grazia di stile, quasi fossero una carezza che arriva fin dove il ricordo dell’autrice spinge il passo sul limitare di una fronda che ha odore nella sua infanzia e nella gestualità pensata nella consistenza di una favola tenuta per mano tra le strade di una Palermo che ha nudo ed esplicito richiamo in una cartina interiore lineata in volto dalla solitudine di ogni vita.