Giuseppe Fava, scrittore e giornalista catanese viene ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984 a Catania davanti all’ingresso del teatro Stabile.
Oggi ricorre il 34° anniversario dell’omicidio di Fava, morto ammazzato da cinque proiettili calibro 7,65 che lo raggiungono al collo e alla nuca sulla portiera della sua Renault 5 parcheggiata davanti al teatro.
Uscito dalla redazione del suo giornale alla periferia di Catania, sale in macchina per dirigersi verso il Teatro Stabile per andare a prendere la nipotina impegnata in un’opera teatrale. Nel tragitto non si accorge delle macchine che lo seguono.

Fava, conosciuto da tutti come Pippo, era diventato un giornalista scomodo per i suoi articoli ed inchieste sull’intreccio di politica, affari e mafia sul mensile “Siciliani”, da lui fondato un anno prima.
Del giornalismo diceva: ”Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo”.

Per l’uccisione la Corte d’Appello di Catania ha condannato all’ergastolo come mandanti Nitto Santapaola e Aldo Ercolano.
Giuseppe Fava era nato a Palazzolo Acreide, il 25 Settembre 1925. Laureato in giurisprudenza, era diventato giornalista professionista nel 1952. Drammaturgo, romanziere, autore di libri-inchiesta: come: “Gente di rispetto”, “Prima che vi uccidano”, “L’ultima violenza”.

Rossella velardi

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