di giandiego marigo                                                                                      18/06/2020

UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) fornisce dei numeri, che potrebbero persino essere calcolati per difetto, e che sono in evoluzione (in Aumento).

Secondo questi numeri l’1% della popolazione mondiale sarebbe in fuga e si contano solo quelli in esodo da guerre, persecuzioni e violenze. La migrazione ambientale ed economica non è qui considerata.

È un dato, anche nella sua limitatezza, senza precedenti, un orribile, tremendo record dell’umana follia. Il 40% di questi “esseri umani in fuga” è minorenne. L’incremento dal 2018 è di 9.000.000 (novemilioni) di individui. Più di 100.000.000 di persone sono state costrette alla fuga dalle proprie terreed abitazioni negli ultimi 10 anni.

Dal 2010 al 2019 il numero è quasi raddoppiato (41.000.000 in 4 anni). In fortissima diminuzione sono coloro che riescono a tornare a casa, cioè da tempo il numero degli individui in esodo eccede quelli che riescono a trovare una soluzione definitiva. Più della metà e costretta fuori dai confini della propria nazione e il rifugio stabile in altre nazioni diventa sempre più “risicato e complesso” (il salvinismo xwnofobo non è fenomeno solo italiano e non solo di destra).

Le zone principali di provenienza sono la Repubblica Popolare del Congo, La regione del Shael nello Yemen e la Siria (quest’ultima, da sola, responsabile dell’esodo di 13.200.000 di persone). Manca una mappatura reale dell’esodo venezuelano. I minori in questo gioco al massacro sono più di 30.000.000 e quelli “non accompagnati” sono decine di migliaia. L’80% dei rifugiati oltre confine vivono in paesi adiacenti al proprio e provengono da centri di crisi “a lungo termine”. I rifugiati di lungo gorso, quelli cioè che hanno percorso moltissima strada raggiungendo il “Primo Mondo”,provengono da Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar.

Numeri ancora e solo numeri, una tendenza questa negli ultimi tempi del mio scrivere, numeri però che ci mettono di fronte a noi stessi … che ci chiedono conto. Lo ripeto stiamo parlando solo dei rifugiati da guerre, persecuzioni, violenze … e guerre civili, non dei fuggiaschi ambientali ed economici.

Qui andrebbe aperto un capitolo, anzi due il primo sulle armi italiane, vendute senza ritegno e moderazione in questi luoghi dell’assoluta vergogna, l’altro sulle ingerenze , pesantissime del “Primo Mondo, occidentale ed atlantista” in quasi tutti questi scenari di massacro. Omettendo, per il momento, le responsabilità economiche, di sfruttamento e furto metodico di materie prime e territori. Tacendo, perchè non in discussione qui, sulle responsabilità, pesantissime, per desertificazione e cambiamenti climatici (causa di esodi biblici prossima ventura, già però iniziata).

La reazione, più generalizzata, dei primo-mondisti è il fastidio. Per questi pezzenti che bussano alle nostre porte, quasi che fosse colpa loro se sono lì. Estremismi incrociati ed in aumento a dimostrare un’insofferenza grave, per un fenomeno che, in tutte le sue manifestazioni, ci vede responsabili e che è in aumento esponenziale. La narrazione degli xenofobi, si infarcisce di negri palestrati e con telefonino, di migranti che puntano alle nostre donne ed agli abiti firmati … di ONG responsabili del Piano Kalergi, e dei protocolli dei Savi di Sion, ma non toccano, mai, le responsabilità dirette, dell’industria delle armi, degli interessi Statunitensi, dello spreco e del Consumo eccessivo ed irresponsabile del primo mondo. Non è colpa di nessuno? Le cose vanno così! È destino! Karma? Però la medesima logica “spirituaistica” vorrebbe che si interiorizzasse l’Uno, cioè si comprendesse di essere l’altro … la compassione non è Pietà, la condivisione non è elemosina. L’occidente prende della spiritualità quel che conviene un poco come fanno certi Bramini hindù, soddisfatti del proprio stato karmico, dimenticando completamente e disprezzando gli “intoccabili”.

Già del destino e del karma si prende quel che conviene ed il resto si omette. Il primo mondo fa esattamente così, rimirandosi l’ombelico e chiudendo, di fatto, le porte d’accesso alla propria tavola imbandita. Non possiamo aiutare tutti! Una frase fatta molto in uso … come no.

Potremmo però smettere di arreccare danno e dedicare il medesimo impegno e capitale che dedichiamo alla guerra all’aiuto, alla condivisione, usando la nostra tecnologia per il bene diffuso e comune, anzichè per la nostra personalissima auto-consacrazione ed auto-difesa dal nulla.

Potremmo smettere di competere e lasciare alla Compassione, per altro caratteristica umana tanto quanto l’Odio e l’Egoismo, lo spazio per esistere, per crescere, per nutrire quella che vorremmo chiamare Civiltà.

(fonte immagine: web)