Un anno era passato dall’ultimo sguardo furtivo, veloce e silenzioso come l’apparire di un barbagianni. Oggi l’avrebbe sicuramente rivista ed il solo pensiero innescava esplosioni interne sempre meno controllabili. Da tempo era entrato in un limbo interrogante. Aveva guardato dentro di sé scoprendo un profondo cambiamento, possibile che stesse perdendo la fede? Stava, piano piano, scivolando verso un piano di attenzione e analisi accurata e impietosa della propria condizione: non  riusciva più a riconoscersi nel saio di frate di terz’ordine che aveva fatto voto di obbedienza, castità, preghiera, morigeratezza. Ad innescare il tutto era bastato uno sguardo di femmina.

Linorio aveva già compiuto 50 anni, tutti dedicati all’eremitaggio in luoghi isolati, immersi nelle bellezze del creato e l’eremo di San Cataldo era stato l’ultimo. Aveva fatto richiesta presso il Cardinale Francesco Brunaccini, Primate della diocesi di Monreale, su sollecitazione del principe di Patti, Vernagallo, che aveva lamentato presso il cardinale la mancanza di un custode per la chiesetta di epoca normanna intitolata a San Cataldo costruita in in una contrada baciata da Dio per le sue bellezze e vivacizzata da tante piccole attività.

Una volta all’anno, il giorno dell’Assunta, nell’Eremo si svolgeva la benedizione degli animali, la gente dei paesi vicini portava doni e i propri animali per farli benedire e Linorio ne approfittava per vivere una giornata all’aria aperta in un posto meraviglioso. Un clima di festa aleggiava e fu proprio in quell’occasione che Agata Palmeri, vedova Salsedo, posò lo sguardo negli occhi di Linorio. Fu un attimo. La scintilla si accese, chissà per quali insondabili alchimie, e dentro Linorio iniziò un precipitoso e incontrollabile cambiamento. Ormai da settimane non riusciva a mettere a quiete i propri pensieri e i propri sogni. Capiva che doveva andare a Monreale a parlare con un confessore benedettino, ma abbisognava del permesso dell’arciprete Ciravolo di Carini, suo diretto superiore. Non era cosa, almeno per oggi. Troppi impegni, troppo importante il momento, troppi occhi devoti. Aveva ormai solo un pensiero, rivedere lo sguardo di quella donna che gli aveva parlato dritto al cuore.

Già dai sentieri scendevano le mandrie e le greggi con suoni festosi e nuvole di polvere. Gli occhi di Linorio scrutavano, era ormai entrato in un altro universo.

Felix Bruckner

Rubrica a cura di Fabrizio Vasile

fonte immagine: web