La notizia pone finalmente le condizioni per il prosieguo dell’inchiesta sull’omicidio di Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. L’avocazione chiesta dalla procura generale arriva dopo l’opposizione della famiglia Agostino contro la procura di Palermo, che aveva per l’ennesima volta sollecitato l’archiviazione del caso.

Cosa che era stata chiesta nel 2015, quando il pool che sta celebrando il processo sulla trattativa e seguiva l’inchiesta sul duplice omicidio, ne aveva proposto l’archiviazione. L’allora gup Maria Pino impose ai magistrati altri sei mesi di indagini, mirate soprattutto a certi soggetti, tra cui c’era anche il poliziotto Giovanni Aiello, detto “faccia da mostro”.

Le nuove indagini portarono al confronto tra lo stesso Aiello e Vincenzo Agostino, svoltosi nel febbraio del 2016 nell’aula bunker dell’Ucciardone. Il padre dell’agente ucciso non ebbe alcun dubbio nel riconoscere “faccia da mostro” come quel collega che, alcuni giorni prima della morte del figlio, era andato a cercare quest’ultimo nella residenza estiva della famiglia.  Dopo il riconoscimento, il silenzio piombò sull’inchiesta, fino alla ulteriore richiesta di archiviazione da parte della procura di Palermo che, con l’avocazione, apre un altro capitolo su un’inchiesta che dura ormai da oltre ventisette anni.

Una soddisfazione per la famiglia Agostino, che vede finalmente una possibilità certa per un prosieguo dell’inchiesta, verso il riconoscimento della verità e della giustizia che chiede da troppo tempo.

Liborio  Martorana