La multisala Politeama è stracolma, come pure anche la galleria e la saletta adiacenti. Sono stracolme di gente che vuole sentire il candidato sindaco dei “Coraggiosi”, il movimento creato da Fabrizio Ferrandelli dopo che lo stesso ha deciso di ricandidarsi alle elezioni amministrative della città di Palermo.

Quello che si presenta alla città è un Fabrizio Ferrandelli pimpante e grintoso, ma anche capace di emozionarsi davanti quella moltitudine che pende dalle sue labbra. Ha deciso di andare al di là delle barriere ideologiche, cercando di mettere assieme persone provenienti da tutti gli schieramenti che, al netto delle proprie appartenenze e delle storie personali, possano dare un apporto serio e concreto per la ricostruzione della città.

A quanto pare, il candidato sindaco ha trovato questa sponda in quella parte di centro destra orfana di un leader locale di spessore e soprattutto senza un candidato di bandiera che avrebbe potuto compattare le truppe che ormai sembrano destinate all’oblio.

Così, Ferrandelli traccia la strada per una nuova visione politica, capace di andare oltre le ideologie del Novecento, asserendo che “alle prossime elezioni regionali e nazionali le forze in campo potranno non essere più quelle classiche”.

«Noi stiamo facendo ciò che altri stanno già realizzando – afferma –  quindi dobbiamo cominciare a guardare la politica in modo diverso». Il riferimento a Tsipras in Grecia e a Macron in Francia è sintomatico: due leader della sinistra democratica che decidono di governare assieme a parti della destra per la salvaguardia del paese, tralasciando gli steccati ideologici. Utilizzando, poi, una metafora, dice che il comandante di una barca deve essere bravo a tenere la rotta con i venti che arrivano da destra o da sinistra, come anche durante un terremoto non ha importanza da che èarti arrivano le braccia che servono per aiutare a togliere le macerie.

Nella sala che un tempo ospitava il cinema Imperia, Ferrandelli ha illustrato il suo programma, quello di “Palermocrazia“, costruito assieme ai coraggiosi e chiedendo il parere della gente comune incontrata durante questi ultimi mesi di presentazione alla città.  Si tratta di un programma molto all’avanguardia e ambizioso, che potrebbe generare diversi posti di lavoro, fornendo ai cittadini una serie di servizi che proiettino la città panormita verso un futuro reale ed efficiente.

Nel suo discorso, il candidato sindaco non ha potuo fare a meno di lanciare strali e accuse al suo acerrimo avversario, praticamente l’attuale amministrazione comunale, smentendo di fatto tutta la propaganda che in questi giorni è stata fatta dal sindaco uscente. Ha parlato del mondo delle aziende partecipate e di come esse vengono gestite, di un bilancio propagandato come un problema risolto quando invece si rischia il commissariamento, poi dell’anticipazione di cassa di 182 milioni di euro che il Comune di Palermo ha chiesto per fare fronte alle spese correnti. Cosa che negli anni non è mai successa.

Altro punto dolente è stato quello della ZT, tema che ha visto l’attuale amministrazione entrare in conflitto con i commercianti, che si sono dichiarati a favore del provvedimento ma con un’organizzazione di viabilità più concreta. E non, come successo, con sindaco e assessori impositori del loro diktat senza neanche consultare le associazioni di categoria. Ferrandelli ha anche parlato di movida da realizzare sul lungomare della città, del parco della Favorita, dei trasporti locali e di tanti altri progetti.

Ad ascoltarlo una sala strapiena di un miscuglio di anime “centro destra-centro sinistra” che non si notava neanche tanto, anche perché la mancanza di leader di partito è stata determinante. Il candidato sindaco ha, infine, rimarcato il fatto che le sue dimissioni dall’Assemblea regionale siciliana sono state un atto di coerenza e di onestà verso i cittadini che lo hanno votato: «Quando ho visto che non esistevano più le condizioni per continuare, ho preferito lasciare l’ARS al suo destino». 

E forse anche questa dichiarazione di lealtà verso cho lo aveva scelto, gli è valsa il fragoroso applauso che gli ha fatto sentire grande calore ed enorme entusiasmo.

                                                                                             Liborio Martorana