Andrà in scena dal prossimo 12 maggio e sino al 13 maggio la terza edizione del Festival della Poesia Internazionale di Milano al Mudec. È un’occasione per i migranti africani della cooperativa “Finis Terrae” di esibirsi con le canzoni della tradizione italiana.

Canzoni riadattate non solo per raccontare la loro storia di viaggio dall’Africa all’Italia, ma anche per imparare il congiuntivo e il condizionale. Insomma, la grammatica diventa musica attraverso la storia degli emigrati.

Da “Io son contadinella se fossi una regina” hanno imparato ad usare il congiuntivo e si è trasformata in “Se non fossi un migrante”: Ousmane scrive: “se fossi italiano potrei girare il mondo, se andassi in America sarei un cervello in fuga”. E ancora Micheal: “Se fossi italiano sarei un dottore, se fossi un dottore potrei guarire tutti”. Mentre Ernest vuole fare il poliziotto: “per proteggere le persone da tutte le violenze”. Poi c’è Emmanuel che vorrebbe essere un imprenditore per dare lavoro a tutti sino a Moussa che vorrebbe che gli stranieri rispettassero la legge.

Sono 60 gli eventi in programma e 262 gli artisti presenti alla due giorni meneghina di metà maggio che è dedicata alla musica e alla poesia: sono storie di approdo in Italia degli ultimi due anni, sono le memorie e i drammi degli emigranti e dei loro desideri futuri. Si tratta di un vero strumento di integrazione con l’obiettivo finale di fissare nella memoria gli usi corretti del congiuntivo e del condizionale.

 

a cura di Serena Marotta

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