Il secolo dei musei

100 capolavori dalle residenze imperiali della Russia

 Peterhof, Tsarskoe Selo, Gatchina, Pavlovsk

11 ottobre – 11 dicembre

FONDAZIONE SANT’ELIA | PALERMO

I tesori degli Zar in mostra a Palermo. Per la prima volta in assoluto, dalle quattro residenze imperiali russe, oggi trasformate in museo, giungono in contemporanea oggetti, arredi, tele. Insieme compongono una mostra assolutamente unica: “Il secolo dei musei: 100 capolavori dalle residenze imperiali della Russia: Peterhof, Tsarskoe Selo, Gatchina, Pavlovsk”, curata da Olga Barkovets,  che si inaugura giovedì prossimo (11 ottobre) alla Fondazione Sant’Elia, che la organizza in seno al cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, e la ospita fino all’11 dicembre. La mostra, coordinata per la parte italiana dal sovrintendente di Sant’Elia, Antonio Ticali e per la parte russa da Elena Kalnitskaya, direttore generale GMP Peterhof, è uno dei progetti chiave del festival internazionale “Russian Seasons in Italy“, nato dalla sinergia tra la Federazione Russa e l’Italia.

E’ la prima volta che questi tesori di valore inestimabile, orgoglio e patrimonio nazionale russo, giungono in Italia. Pezzi unici, straordinari, che riflettono la ricchezza delle ex residenze imperiali, cuore del mondo legato agli Zar. Dipinti, acquerelli, costumi, porcellane, bronzi, mobili, creati dai migliori artigiani di Russia, Italia, Inghilterra, Francia, Cina e altri paesi. Molti dei pezzi in mostra appartenevano direttamente agli imperatori: sono infatti esposte la camicia di Pietro I, le divise degli imperatori Paolo I, Alessandro I, Nicola I, Alessandro II, le poltrone-trono di Nicola I e Alessandro III. L’esposizione includerà particolari dei complessi storici museali: oggetti provenienti dalla scomparsa “Lyons Hall”, che era stata creata per volontà dell’imperatore Alessandro II nel Palazzo di Caterina di Tsarskoye Selo; un frammento di un parquet unico, vera opera d’arte, rubato dagli invasori nazisti durante la seconda guerra mondiale, rintracciato successivamente a Berlino e restituito al museo nel 1947; il famoso servizio Guryevsky realizzato per Alessandro I dalla Fabbrica di Porcellana Imperiale: per la sua decorazione sono stati usati diversi chili d’oro. E molti altri pezzi di arredamento e bronzo realizzati dalle migliori maestranze russe. Ciascun oggetto presente alla mostra è prezioso non solo per il suo altissimo livello artistico, ma anche (e soprattutto) per il profondo significato storico e culturale che lo lega al Paese: nelle residenze, depredate e abbandonate durante la guerra, furono spesso gli stessi dipendenti a nascondere i pezzi – rischiando in prima persona, con le loro famiglie – e a riportarli nei palazzi, subito dopo il conflitto, salvandone di fatto la memoria.

I pezzi che fanno parte dell’esposizione, sono arrivati a Palermo con una scorta armata e accompagnati dagli esperti dei quattro musei. La mostra è stata presentata dai responsabili: Elena Kalnitskayadirettore generale del GMP PeterhofOlga Taratynova, direttore del GMZ “Tsarskoe Selo”; Vasily Yurevich Pankratov, direttore GMZ Gatchina e Vera Dementieva, direttore GMZ Pavlovsk.

Ad ognuna delle quattro residenze – che quest’anno festeggiano il giubileo visto che nel  1918 ricevettero lo status di musei statali –  è stato assegnato un colore declinato sulle pareti: rosso, verde, blu pavone, giallo, toni su cui i pezzi risaltano e brillano. I visitatori saranno accolti da un’installazione video immersiva ad alto impatto emotivo. La sala cinema sarà attrezzata tra gli spazi degli ultimi due musei, dando così al pubblico la possibilità di approfondire  la storia russa.

Prima sala – Museo Peterhof

Peterhof è stata, per 200 anni, la residenza estiva di rappresentanza degli imperatori russi, e reca l’impronta forte di Pietro I che scelse personalmente il progetto del futuro palazzo, gli elementi di architettura, la realizzazione di alcune fontane.

La costruzione di Peterhof ebbe inizio nel 1714; comprendeva, oltre al palazzo principale, una serie di padiglioni sontuosi, parchi regolari e un magnifico complesso di fontane. L’inaugurazione ufficiale della residenza estiva imperiale avvenne nell’agosto del 1723. Passando per Alessandro I ed arrivando a Nicola I, grazie anche al contributo delle imperatrici, Peterhof divenne splendida. Sulla penisoletta di Snamenka c’era pure un padiglione estivo in legno stile terme romane, regalo di Nicola I alla moglie Alexandra Fedorovna: la “Renella” era ispirata alle decorazioni di Casa Florio all’Arenella, a Palermo, visitata dallo Zar e dalla Zarina tra il 1845 ed il 1846. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i palazzi e il parco furono barbaramente distrutti dalle truppe tedesche. Il restauro di Peterhof iniziò subito dopo la fine della guerra e si protrasse per molti anni. Oggi, il complesso museale statale di “Peterhof” è il museo più visitato della Russia con cinque milioni di turisti ogni anno, patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1990, considerata una delle sette meraviglie del Paese.

A Palazzo Sant’Elia saranno esposti, oltre al dipinto che celebra la visita a Palermo degli imperatori, anche due esemplari dei pannelli decorativi dello studio privato dell’Imperatore, il trono dell’Imperatore Nicola I, ritratti e porcellane di grande valore.

 

Seconda sala – Museo Tsarskoye Selo

Tsarskoye Selo nasce il 24 giugno del 1710 quando Pietro I regalò la residenza alla sua futura moglie. Nel 1756 fu un architetto italiano, Francesco Rastrelli a rendere, il palazzo, l’incarnazione del barocco russo: sontuoso all’esterno tra cupole e guglie, lussuoso all’interno con le famose Sala dei quadri e Camera d’ambra. Da favola, il parco che lo circonda. Sotto Alessandro II, Tsarskoye Selo diviene unico per arredamento e decorazione: furono utilizzati lapislazzuli, bronzo dorato, seta alle pareti, marmo bianco di Carrara. Nicola II la volle residenza ufficiale per gli ultimi 13 anni di regno. Da Tsarskoye Selo, nel 1917, la famiglia imperiale fu mandata in esilio a Tobolsk da dove non sarebbe più tornata.

Oggi, il parco museale di Stato Tsarskoye Selo continua a restaurare i suoi padiglioni, danneggiati durante la seconda guerra mondiale, rifornisce le collezioni museali, apre ogni anno nuove esposizioni per i visitatori. La collezione del museo conta circa 60 mila oggetti, visitati da circa 3 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Il parco museale è nella lista dei monumenti dell’UNESCO.

A Palazzo Sant’Elia sarà esposta una parte della collezione degli oggetti in ambra;  e alcuni pezzi dell’arredamento della famosa Lyons Hall (sala di Lione) oggi in restauro. Giungono il tavolo progettato da Ippolito Monigetti, vasellame di origine cinese e una copia dell’acquerello del 1878 di Luigi Premazzi , “La Sala dei Lyons nel Grande Palazzo di Tsarskoye Selo”, che dimostra il suo splendore della metà del XIX secolo, con specchi sopra i caminetti, fiancheggiati da amorini in marmo bianco e applique in lapislazzuli sulle pareti. La stanza era piena di tavoli, giardiniere, cachepot, schermi, piedistalli e scrivanie.

Terza sala – Museo Gatchina

Il palazzo e il parco di Gatchina, nella periferia di San Pietroburgo, sono legati al regno di Caterina II. Da fortezza inespugnabile, divenne nel 1796 una residenza imperiale. Sotto Nicola I inizia la ricostruzione del Palazzo di Gatchina, che si è mantenuta fino ai nostri giorni, ma fu il nipote, l’imperatore Alessandro III, a volere Gatchina come sua residenza principale e a svilupparvi la sua passione per il collezionismo. Palazzo Sant’Elia godrà di questa passione dello zar: giungeranno tessuti francesi, porcellane di altissimo livello, quadri e particolare mobilio.

Quarta sala – Museo Pavlosk

Il complesso museale statale di Pavlovsk costituisce un monumento unico per architettura e arte paesaggistica del periodo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Il grande palazzo e il suo parco, incluso tra i più grandi d’Europa, formano un unicum di gusto neoclassico. Nel 1796, dopo l’ascesa al trono, Paolo I donò Pavlovsk alla moglie, l’imperatrice Maria Fedorovna. La base della collezione del Palazzo di Pavlovsk è costituita dalla sua collezione storica, che è parte integrante della decorazione degli interni del palazzo. Pavlovsk fino al 1917 rimase la residenza di Casa Romanov. La collezione e le decorazioni delle sale principali del palazzo rimasero invariate fino all’inizio del XX secolo. Dopo il 1917 il Palazzo di Pavlovsk fu nazionalizzato e nel 1918 fu trasformato in un museo. Attualmente, la collezione del Museo di Stato Pavlovsk conta 60 mila oggetti. A Palermo sarà possibile ammirare una collezione di porcellane francesi, un esempio di abito femminile, un’importante collezione di dipinti e di sculture, oltre ad uno splendido cofanetto di porcellana finissima rivestita di oro, cobalto e velluto.

Una sezione particolarmente interessante è associata al viaggio in Italia nel 1845-1846 dell’imperatore Nicola I e della moglie l’imperatrice Alexandra Feodorovna: i sovrani giunsero su due piroscafi – il Kamchatka di 600 cavalli e Bessarabia di 350 cavalli – via mare da Genova a Palermo.  L’imperatore di tutte le Russie restò 40 giorni mentre l’imperatrice e la figlia Olga rimasero nove mesi a Palermo, alloggiate nella villa dell’Olivuzza – non ancora proprietà dei Florio –  messa a loro disposizione dalla principessa Shahoskoy. L’imperatrice, cagionevole di salute, apprezzò particolarmente il clima mediterraneo: passeggiava, riceveva, stringeva amicizie, visitava i dintorni. Dopo quel soggiorno, non ritornò mai in Sicilia, ma restò in contatto epistolare con molte nobili signore isolane. Tracce dei sovrani si ritrovano in parecchi luoghi, e nelle documentazioni e lettere del tempo: innamorati della Sicilia, lo zar e la moglie acquistarono e portarono via molti ricordi, tessuti, arredi, opere d’arte. La mostra palermitana ha fatto sì che fossero datati e ricostruiti parecchi pezzi, tra i quali alcune acquerelli con vedute siciliane commissionati dagli zar – da Peterhof  giungono “Vied of the Seaside and Renella near Alexandria” di Joseph-Jean Charlemagne (1855) riproduce il padiglione in legno che lo zar fece costruire sull’isoletta di Snamenka, copiando i Quattro Pizzi all’Arenella, e che fu distrutto nei primi anni Trenta; una veduta “Garden in Palermo” di autore ignoto;  una veduta di Villa Butera all’Olivuzza (1846) di Michelangelo Barbieri; un ritratto di Orlov della figlia dello Zar, la granduchessa Olga (1846) di cui si ha traccia nel diario della ragazza che descrive il giorno in cui conosce il futuro marito, il giovane principe Carl di Wurttenberg: indossa un abito bianco, ornato di merletti con un mazzolino di fiori rosa appuntato sul petto, i lunghi capelli intrecciati e raccolti sulla nuca … esattamente come la ritrae Orlov. Oggi parecchi dei pezzi oggi vengono “riportati” nei siti dove sono nati.

 

Le foto sono state scattate da @Sabrina Ciprì