Esistono certi detti che nella filosofia collettiva rendono bene l’idea.  Uno di questi recita; La lingua non ha ossa ma rompe le ossa. Sta a significare che molto spesso le parole sono la più pericolosa delle armi.

Vi ricordate le elezioni comunali dello scorso anno a Palermo? E vi ricordate che, come una bomba ad orologeria venne fuori una dichiarazione di un boss pentito del Borgo Vecchio, tale Tantillo, che accusava lo sfidante di Leoluca Orlando, Fabrizio Ferrandelli, candidato con il centro destra, di avere comprato voti dalla mafia? E vi ricordate la gogna mediatica che ne venne fuori orchestrata probabilmente da una occulta regia nei confronti dello sfidante di Orlando? Chi pratica la politica sa bene che il tempo molto spesso è galantuomo e, ritorna  a Cesare quel che è di Cesare.

Correva l’anno 2017 nel mese di febbraio, la campagna elettorale era già cominciata e i due maggiori contendenti se le davano di santa ragione a volte di fioretto altre volte di bastone. Fatto sta che ognuno dei due non risparmiava all’altro nessun colpo. Ad un certo punto viene fuori questo”boss” pentito che comincia a lanciare accuse a Ferrandelli accusandolo di avere comprato voti ed avergli dato dei soldi per questo. Si parlò di se. Ed in più ci sarebbero dei soldi arrivati alle mani del boss per il concerto del cantante neomelodico Gianni Vezzosi, mentre Ferrandelli affermò già da allora che l’organizzazione del concerto fu regolare e trasparente, cosa riconosciuta con carte alla mano. Ma torniamo un attimo indietro.  In quel 2012 per le elezioni comunali in verità, successe di tutto. Leoluca Orlando sacrificò sull’altare delle primarie del centro sinistra una modesta Rita Borsellino, la quale perse quella competizione per soli quattrocento voti, malgrado le accuse rivoltea Ferrandelli di compravendita di voti, dando ad Orlando il pretesto di candidarsi, candidatura che avvenne smentendo le sue stesse parole dette alla presentazione della candidata Borsellino, “Io non mi candido. Ma come ve lo devo dire in aramaico?”. Ecco questa frase ad effetto significò che la candidata Borsellino era solo un sacrificio e che si doveva bruciare per fare posto ad Orlando. Alla fine poi un personaggio come Orlando che perse per un pugno di voti la competizione delle primarie, ai più apparve subito strano. E’ durante la campagna elettorale del 2017 che vengono fuori le accuse di Tantillo contro Ferrandelli e l’accusato appena interrogato mise subito in chiaro che lui con questa storia non aveva nulla a che fare. Solo dopo le elezioni si scopri che al Borgo Vecchio nel 2012, Fabrizio Ferrandelli aveva preso un numero insufficiente di voti, cosa che cozzava con le affermazioni di Tantillo. Adesso i giudici che si occupano della cosa hanno chiesto l’archiviazione del caso in quanto il pentito Tantillo non ha fornito riscontri alle sue affermazioni e non ne sono state trovate. Ora la parola spetta al GUP se stabilire o meno l’archiviazione del caso. Sembra strano ma in tutte e due volte che Ferrandelli ha sfidato u prufissuri, è successo qualcosa che ha cercato di bloccare l’ex enfant prodige orlandiano. Quello che doveva essere il suo delfino alla fine prese la sua strada abbandonando gli orlandiani che ai tempi erano tutti in Italia dei Valori, mentre oggi dopo avergliene dette di tutti i colori, sono entrati tutti nel PD. Noi non sappiamo se c’è stato qualcuno a fare da suggeritore al pentito, perché se non ci sono riscontri non possono esserci verità. C’è anche un’altra cosa da tenere in considerazione, ed è che durante quelle elezioni il Ferrandelli, economicamente ne è uscito con le ossa rotte perche il PD che lo aveva appoggiato gli fece un bidone non indifferente. E quindi alla luce anche di ciò c’è da chiedersi da dove sono state tirate fuori queste accuse?

Liborio Martorana