Salvini e l’Occhio di Bue

a cura di Rosario Tralongo

 

Sapete cosa è in teatro l’ Occhio di bue ? E’ quel fascio di luce molto forte e intensa che serve a mettere in risalto quanto illuminato ma ancor più a nascondere tutto quello al di fuori di esso. Ecco questo è Salvini.

Non ancora calatosi nel ruolo di Ministro della Repubblica (non credo lo farà mai) vive in perenne campagna elettorale e vaga da Pontida a Catania accendendo al bisogno l’ Occhio di bue sul fenomeno dei migranti. Ecco che rischiare la vita propria e dei propri cari diventa “la pacchia” ecco che “meglio stare, vivere e prosperare ognuno a casa propria, “dalla Tunisia ci mandano più delinquenti che brave persone” ecco che su Soumayla sindacalista di colore ucciso a Gioia Tauro neanche una parola. E tutto questo, badate bene, in un sol giorno. Vero è che in questo silenzio assordante sta in buona compagnia. Dall’ intera galassia 5 stelle non una parola si è levata rimarcando se non una condivisione dell’ atteggiamento dell’ alleato leghista, almeno un sonoro disinteresse.

 

Tutto il nodo del problema, a mio avviso sta  in questo. Sebbene in Italia i reati negli ultimi venti anni siano calati drasticamente (vi ricordate la stagione dei sequestri di persona della  malavita sarda, le faide con decine di morti in Calabria, la banda della Uno bianca formata da poliziotti, le innumerevoli rapine in banca  per non accennare alle stragi di Piazza Fontana o  alla stazione di Bologna o Piazzale della Loggia o sui Treni (Italicus) o gli anni di piombo o le stragi della mafia da Milano a Palermo, passando per Roma e Firenze ?)

Per chi li ha vissuti sono stati anni terribili quelli si da far paura. Eppure grazie a Salvini e all’ occhio di bue, adesso che non vi è nulla di tutto ciò, l’insicurezza (o presunta tale) regna sovrana. Certo un pericolo è tristemente attuale. Il terrorismo stragista dell’ ISIS che ha seminato morte e distruzione in tutta Europa. Eppure quello più avvertito è il pericolo dei migranti. Quegli stessi che osteggiati, respinti, morti di sete nel deserto o affogati in mare, al loro arrivo sono bene accolti dalla italica criminalità che li rende schiavi nei campi di raccolta di pomodori o fragole o quel che sia. Ma anche li uccide. Come nel caso di Gioia Tauro. Quando mai si è sentito che un pidocchioso nero alza la testa e addirittura cerca di organizzare una protesta civile contro il caporalato che li rende schiavi a 10 ore di lavoro al giorno pagato 2 euro l’ ora.

Ed infine il tour elettorale di Salvini in Sicilia tutto basato sulla paura dell’invasione ma del tutto silente contro la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta. Su questo nel contratto di governo neanche una parola. Del resto il vero pericolo sono i morti di fame di colore. Ai morti di fame italiani basta dare la speranza di un reddito (ma solo la speranza) che tanto quelli voglia di lavorare non ne hanno. Per quanto riguarda la mafia e le altre cancrene beh ma quelli mica sono migranti. Sono si assassini e delinquenti ma sono “a casa loro”.

5 giugno 2018

 

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