Di Fabio Gagliano

La strage di Portella delle Ginestre, nonostante il fiume d’inchiostro che ha fatto scorrere, rimane ancora senza una giu­sta spiegazione, così come senza chiara e sufficiente risposta sono rimaste le domande del senatore Li Causi* che chiese in parlamento, nel 1950, al ministro degli interni Mario Scelba (siciliano) come mai un ufficiale dell’esercito americano (il capitano Mike Stern) si era incontrato con Giuliano l’indomani della strage di Por­tella delle Ginestre e avesse richiesto un supporto in armi pesanti. Il fatto era stato reso pubblico da un gior­nale americano, che aveva pubblicato le foto di Stern con Giu­liano, per cui Li Causi si sentiva legittimamente autorizzato a chiedere al ministro: « Come mai ed in virtú di quali legami Giuliano si permetteva di chiedere ad un capitano americano armi pesanti? »

« Quali discorsi sono stati fatti fra loro? È logico pensare che il capitano abbia illuso il bandito, e che questi gli abbia scritto poi una lettera riser­vata, lettera autentica che è in possesso del Ministro degli In­terni».

« Allora abbiamo il dovere di chiedere al Ministro Scelba, — affermava il Li Causi, — quali passi ha fatto presso l’amba­sciatore americano per avere spiegazioni sulle attività di questo filibustiere che collude col bandito, al quale promette armi e la continuazione dei rapporti ».

È certo, comunque, che la feroce strage di Portella delle Ginestre fu la brutale e sanguinosa risposta che la mafia, in combutta con alcune forze politiche e con i peggiori agrari sici­liani, contrappose alla avanzata politica, fiduciosa e legale, dei contadini in Sicilia.

Con la strage di Portella delle Ginestre si voleva gettare il terrore tra le masse contadine; si volevano creare confusione e disordine nell’opinione pubblica; si volevano provocare, con lo sgomento per la sua efferatezza, sbandamenti politici; si vo­leva — in ogni caso — creare disorientamento nell’opinione pub­blica nazionale e anche internazionale, al preciso scopo di di­mostrare l’isolamento del movimento contadino e delle forze politiche che lo componevano, nonché l’odio che esso movi­mento generava.

*Girolamo Li Causi fu probabilmente l’uomo politico più direttamente impegnato sulla strage di #Portella della Ginestra: la denunciò all’opinione pubblica e ne seguì gli sviluppi, individuandone la principale causa nella vittoria, alle elezioni regionali, dell’#alleanza elettorale di sinistra in un contesto di scontro tra il separatismo isolano e il movimento contadino che chiedeva l’applicazione della legge Gullo sulla #Riforma agraria. Li Causi indirizzò inoltre durissime accuse anche alle forze di polizia, denunciando i loro legami con mafiosi e separatisti, e al ministro #Mario Scelba, più volte accusato di essere direttamente implicato nella vicenda.

Bibliografia

Francesco Petrotta, Portella della Ginestra. La ricerca della verità. Ediesse, 2007.

Pietro Manali (a cura di), Portella della Ginestra 50 anni dopo (1947-1997), S. Sciascia editore, Caltanissetta-Roma, 1999

Girolamo Li Causi, Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960, a cura di Davide Romano, Palermo, La Zisa, 2009

Michele Pantaleone, mafia e politica Einaudi 1962

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