di Fulvio Fisicaro Palermo, 30 aprile 2022

Per prevedere oggi il prossimo Sindaco della Città di Palermo forse non basta neanche la palla di vetro.

Addirittura, dell’intero centrodestra non sappiamo ancora neanche quanti e quali saranno i candidati. Ma
l’interesse per la competizione elettorale è tale da iniziare a immaginare le variabili che potrebbero contarsi nelle urne prossime future e contribuire a delineare uno scenario.
Gli unici dati certi sono i numeri del 2017. Se il 12 giugno prossimo l’affluenza resterà la stessa (52,6 per
cento), la sgangherata legge elettorale, nemica giurata della democrazia compiuta, potrebbe prevedere
ancora una volta l’elezione al primo turno di un sindaco votato solo da poco più del 20 per cento dell’intero corpo elettorale (40 per cento dei voti). Nel 2017 ad esempio, Orlando venne eletto con il 46,3 per cento dei voti, pari al 24,3 per cento dell’intero corpo elettorale.
Partiamo proprio dal 46,3 per cento di Orlando nel 2017 e immaginiamo uno scenario del centrosinistra per il 12 giugno. Sommando il peso nel 2017 del Movimento 5 Stelle, pari al 16,3 per cento ed oggi alleato del candidato a Sindaco Franco Miceli, si giungerebbe al rassicurante 62 per cento quale patrimonio storico di consensi a disposizione. Ma quanto può pesare oggi il contributo del M5S? Aveva ottenuto a Roma nel 2016 il 67 per cento dei voti e Virginia Raggi era stata eletta sindaca; nel 2021, la quota di consenso elettorale si è ridotta al 19,1 per cento, con una diminuzione del 71 per cento rispetto ai voti di cinque anni prima. Se a Palermo si verificasse una dinamica simile, vorrebbe dire che oggi il Movimento 5 Stelle potrebbe pesare meno di 5 punti percentuali.
E per la coalizione di centrosinistra, quanto pesa il fatto che Leoluca Orlando non appaia in persona tra i
candidati? E quanto il sentimento diffuso di delusione che serpeggia fra l’elettorato storico del centrosinistra a Palermo? E quanto pesa oggi il civismo di Rita Barbera e i Siciliani di Ciro Lomonte? Se queste variabili insieme pesassero anche il 10 per cento, Franco Miceli potrebbe ancora essere eletto Sindaco al primo turno, seppur con un margine risicato. L’elezione a primo turno diventerebbe ancora più incerta in caso di crescita esponenziale del civismo o del malcontento. In ogni caso, Franco Miceli potrebbe con ogni probabilità risultare almeno il primo dei protagonisti di un eventuale secondo turno di ballottaggio.
Il centrodestra sembra seguire una strategia differente e per certi versi ambigua. La moltiplicazione dei
candidati a Sindaco rende difficile, se non impossibile, pensare ad un’elezione a primo turno di alcuno dei
suoi candidati; sembra contare su una fortissima erosione del centrosinistra e puntare ad un piazzamento
tale da portarsi al ballottaggio con uno dei suoi candidati per solo allora ricompattarsi presentandosi unito al secondo turno, salvo un’incerta convergenza dell’ultimo minuto su un candidato unico.
Su questo scenario immaginato, pesa comunque un ulteriore fattore di totale incertezza, sia sul centrosinistra che sul centrodestra, trattandosi di un nuovo partito che si presenta per la prima volta in Sicilia: Azione, ossia la variabile Carlo Calenda. Guardando ancora alle amministrative di Roma nel 2021, il partito degli Azionisti, come piace loro definirsi, esordì su base nazionale con il 20 per cento dei consensi. Il suo leader mancò il ballottaggio perché superato solo da un candidato di centrosinistra e uno di centrodestra. Ma il centrodestra a Roma presentò un candidato unico.
Le amministrative di Palermo saranno il primo appuntamento importante per CarloCalenda in Sicilia. Si presenta ai nastri di partenza candidando a Sindaco Fabrizio Ferrandelli, uno dei leader nazionali di + Europa che nel 2017 aveva avuto il 31,2 per cento di preferenze, secondo solo ad Orlando, sostenuto a quel tempo dal centrodestra pressocché unito. Quanti di quei voti porterà in dote a Calenda, sottraendoli al centrodestra? E quanti invece gliene porterà Calenda? Il partito Azione candida al Consiglio Comunale Ugo Forello, consigliere uscente e candidato a sindaco per il M5S nel 2017. Quanto costerà in termini di voto al M5S e quindi al centrosinistra? Quanti delusi da Orlando voteranno Azione? Calenda si è attrezzato per presentarsi a Palermo da protagonista. Contare nelle urne Il suo esordio in Sicilia sarà una delle cose più interessanti di queste prossime amministrative.
Ma il partito più importante in assoluto sarà ancora una volta quel 47 per cento di palermitani dormienti che non sono andati a votare nel 2017 e che sarebbero in grado di disegnare scenari impensabili, se solo lo volessero. Ma tutta questa è solo immaginazione.

(fonte immagine: web)