di Ornella Mallo – Recensione di Guglielmo Peralta
Temi fondamentali di questi racconti sono l’amore, la memoria e l’oblio: quello profondo che segue
alla nostra morte, se nessuno si ricorderà più di noi. Allora. Esserci “Sarà come non fossimo mai
stati”. Siamo l’ombra che abbiamo attraversato, nutrito. Co-esistiamo nella quotidianità di un ab-
braccio, di una verità, di un’illusione; siamo marionette, maschera tra le maschere sempre in attesa
di una rivelazione, di qualcosa che ci gratifichi, che ci sveli agli altri e a noi stessi, in frenetica corsa
col tempo che ci sopravanza in eternità e permea la nostra esistenza; implacabile e tuttavia di una
“preziosità” che va compresa “per impiegarlo in modo umano”. Qui. L’amore anima tutto. Tutto ri-
sorge dall’oblio. Anche le statue ri-vivono restando mute. Ascoltano. Vedono la vita che le circonda
e pulsa dentro di loro. Anch’esse un tempo vive nel concepimento dell’artista, nate dalle sue mani.
Così l’oblio sa renderci le sue epifanie. E ci stupisce. La memoria è morte e resurrezione.
C’è un pre-testo prima di questi racconti. C’è un raccontarsi prima di raccontare. Un mondo imma-
ginario cancella e determina la realtà, si sovrappone al ‘vissuto’ rendendolo accettabile, appena sop-
portabile; rende consistenti le nostre ‘immagini’. Tutto è vacuo e inafferrabile. “Non si possiede
niente, all’infuori di sé stessi”: è questa la ‘lezione’ della Mallo, la tragica verità che ha i nomi dell’
incomprensione, dell’indifferenza, dei “mutismi”, della solitudine, delle convenzioni sociali e delle
norme morali all’interno di una società ancora maschilista che vuole la donna sottomessa e costretta
a un legame indissolubile, per cui “la famiglia deve restare unita” al di là del bene e del male, degli
abusi, delle mortificazioni, delle violenze fisiche e psicologiche, dei tradimenti.
Sono racconti di vita: della quotidianità, dell’anima, del profondo, dell’ esserci e dell’essere, intima-
mente congiunti, compenetrati nella ricerca della verità, del bene comune, della com-prensione,
dell’accoglienza e dell’interrelazione tra gli umani, senza distinzione alcuna, e degli uomini con la
natura, con l’ambiente. “Storie di vita”, “Diario”, “Favole” sono le sezioni di questo libro incantato,
che incanta con la scrittura. Perché poetica-mente vive e scrive la sua autrice. Per non dimenticare,
per cogliere le epifanie “dalle profondità della nostra mente”, dove naufragano i ricordi, da dove
emergono “evocati da un suono, inalati come profumi, balenanti come immagini nitide, nette, pre-
potenti”. Per ritrovare nell’ondoso cammino dell’esistenza, tra il dolore e le ferite immancabili, la
gioia e le dolci illusioni, gli attimi di felicità, la passione e il coraggio della trasgressione necessaria
per superare i timori, i patimenti, i sensi di colpa; per lottare contro “tutto ciò che ci colpisce, che ci
ferisce, che guardiamo” con tolleranza e rassegnazione; per rispondere alla propria coscienza soste-
nuta dall’amore e ridare senso alla realtà contro la falsità, le apparenze e la finzione. Trasgressiva,
di denuncia, controcorrente e, al tempo stesso, di conciliante attesa di un futuro condivisibile è la
scrittura della Mallo; mai consolatoria e remissiva a fronte di una società violenta e inaridita, che ha
prosciugato e dissolto i valori tradizionali, priva delle virtù teologali, di assoluta mancanza di pietà
e di cura per lo ‘straniero’, per i deboli e i diseredati, lontana anni luce dal ‘venerare’ la donna: la
mirabile visione, l’angelica creatura, un tempo lodata, glorificata, celebrata dal canto dei poeti. La
poesia, che permea questi racconti, è l’anima narrante della Mallo, la quale, fin da bambina in sim-
biosi, in unione intima con la natura (“ero un tutt’uno con l’azzurro del cielo e del mare”), crede an-
cora nella favola bella della vita, suffragata dall’amore che “prodigato torna comunque, in qualsiasi
forma, e ci offre un bel modo di essere felici” in un mondo sempre più povero spiritualmente perché
sempre più evoluto tecnologicamente, nel quale alla favola è sostituita la realtà virtuale che condan-
na l’uomo alla dipendenza da Internet, “dal giudizio altrui”, all’omologazione. Forte, allora, è il ri-
chiamo all’autodeterminazione, all’individualità, all’ascolto della propria vita interiore, a scrutare
dentro sé stessi, a prendersi cura di sé distinguendosi dalla “massa” .
Tra luci e ombre, tra bontà e cattiveria, si muovono i personaggi sul palcoscenico della natura che
ne “riflette, dandone risonanza, gli stati d’animo”. Ed è nelle tenebre, nel buio più profondo che si
apre “uno spiraglio di speranza”: “quel fondo di bontà presente in ogni essere umano”, che può con-
sentire a ciascuno di aprirsi all’altro, di “superare le distanze”. Qui, l’amore per il prossimo è fortemente
dichiarato dalla Mallo, la quale dall’esperienza del dolore, dai patimenti, dalla sofferenza ha
appreso la gioia e l’importanza di “vivere verso”, di realizzare una più compiuta e soddisfacente esi-
stenza raggiungendo quello stato “profondo di umanità” in grado di trasformare la sua vita “da par-
ticolare a universale”. In questa ampia sfera del più nobile dei sentimenti è inscritto, ovviamente,
l’amore per la famiglia, per i genitori, per i figli e per le persone care, sincere, confidenziali (i“Tu”della mia
vita) della cui presenza la Nostra sente di non potere fare a meno. Un altro “palcoscenico”
è Palermo: “una bellissima donna delusa dai suoi amanti, e madre al tempo stesso”; porta del paradi-
so, accogliente una umanità varia proveniente “dai Sud di tutto il mondo”, e “Ade” per quelle “ani-
me in pena” ammassate sull’autobus 101 che, simile a “Caronte”, le conduce per i dolenti gironi
della città, dalle tante risorse e contraddizioni. Figurano accanto a Palermo i luoghi della memoria,
della spensierata giovinezza: Mondello, Capo Zafferano e il golfo di Sant’Elia.
I ricordi e gli affetti sono il cammino e le tappe essenziali di questo libro dell’anima; essi si amalga-
mano con le speculazioni sull’essenza del vivere, sul senso della vita, sul destino degli uomini e del
mondo. Dall’introduzione alla conclusione, la Mallo procede con una prosa poetica che conferisce
leggerezza all’intera raccolta rendendo la lettura agevole, piacevole e fascinosa. Arricchiscono que-
sto libro, dandogli ulteriote lievità, le citazioni da poeti, artisti e scrittori messe in esergo a molti
racconti. Esse costituiscono nell’insieme una costellazione, una mappa di stelle felicemente e oppor-
tunamente scelte, che rivelano le esperienze culturali della Mallo, il suo amore profondo per la poe-
sia e per la bellezza, la quale è la luce della sua scrittura e ne segna il cammino.
Guglielmo Peralta
e