di giandiego

C’è qualche cosa di “programmato” in questo sistema, un che di fastidioso, ripetitivo e falso, persino nell’indignazione.

Stupisce lo stupore, fa specie l’idea che ancora si rimanga a bocca aperta di fronte all’arroganza del potere ed alla sua protervia.

Stupisce che ancora qualcuno creda, in questo sistema all’esistenza di una cosa chiamata privacy, per esempio, che si sia ancora convinti che le elezioni rappresentino un momento di altissima “partecipazione democratica” e che possano modificare alcunchè. Mi lascia, personalmente, basito che ci si illuda che i motivi che muovono “le guerre” siano altro che non miserie e crudeltà, ma soprattutto interessi di bassissima lega.

Eppure “Il Potere” dovrebbe averci abituati , nel corso dei secoli, alle sue brutture, ai suoi vizi … all’infinita bassezza delle motivazioni che lo muovono.

Eppure ci si stupisce e ci si indigna, perchè Sarkozy riceve danaro da Gheddafi e poi diventa il suo principale nemico e stermina lui e la sua famiglia, oppure di fronte al fatto che Zuckerberg si venda i dati di coloro che “partecipano” gratis (quasi che in un sistema capitalistico potesse davvero esistere la gratuità) al suo giochino mondiale on line.

Davvero ci si aspetta che possa essere diverso da così in un sistema come questo? Davvero si crede che il capitalismo avanzato possa essere nobile, anche saltuariamente ed occasionalmente? Che il potere rinunci al controllo ed alla possibilità di realizzare i suoi sporchi interessi?

Davvero si crede che “costoro” possano essere qualche cosa di diverso da quello che sono immersi nella filosofia del più forte, del più furbo, del più cinico , del più cattivo? IN UN SISTEMA FONDATO SU “MORS TUA VITA MEA”? Da una èlite che teorizza la depopolazione come necessità?

Ancora una volta “Stupisce lo stupore”.

I macellai del G8 oggi sono ai vertici della polizia, ce lo si aspettava là dove si diffida, ma qualcuno rimane esterrefatto che questo avvenga … eppure è ovvio il potere premia i suoi “torturatori prezzolati” i “boia” generalmente sono ottimamente pagati ed hanno rispetto nella comunità.

L’illusione della ”democrazia” il vantaggio della “normalità” è una delle armi migliori che l’èlite adotta per convincerci che tutto va come deve, che questo è il migliore dei mondi e ci si casca, puntualmente, nonostante le lauree ed i masters.

Ci si casca nell’illusione che prima o poi possa toccare , davvero ai migliori ( cioè a noi stessi) di trovarsi dalla parte del manico del coltello.

Ci si crede perchè siamo imbevuti della filosofia di fondo di questo sistema, perchè siamo stati allevati e cresciuti sorbendo questa cultura ed i suoi valori fondanti sin dalla la più tenera infanzia. Perchè persino la nostra religione ci dice che è giusto, che va bene così e se non lo dicesse glielo faremmo dire. Il Potere adatta a sé e s’inventa anche le leggi dello spirito

L’indignazione allora diventa l’arma dell’ipocrisia, quasi che indignarsi sia sufficiente a si stabilire una distanza reale dalla complicità, quasi che stupendosi ed indignandosi non si faccia parte del medesimo gioco, per quei due tre minuti in cui stupore ed indignazione, generalmente, durano.

Ci si indigna perchè tutto possa continuare così, in fondo, mentre il potere vero continua bellamente a farsi i casi suoi.

E così passiamo da indignazione ad indignazione, scriviamo (anche io lo sto facendo) le nostre cose, forse illudendoci di essere letti e di “cambiare” qualche cosa. Forse pensando che il “chiamare le cose con il loro nome possa davvero servire a risvegliare dal torpore chi ci sta intorno.

Però nessuno si sveglia ed il massimo che riusciamo ad ottenere è l’ingovernabilità finta, che sottende il prossimo inciucio, già pronto da tempo.

Perchè il potere perpetua sé stesso all’infinito e ha armi raffinate, ma soprattutto ci conosce, sa trattarci. Ci ha studiati e programmati a dovere.

Quindi? Se l’indignazione non ha alcun senso cosa ci resta? Se lo stupore non è giustificabile come possiamo continuare? Forse cambiando noi stessi, accettando comportamenti non sistemici, facendo di quello che noi siamo l’unica vera possibile arma di contrasto contro il potere.

Cercando le ceneri di una cultura altra e di una spiritualità diversa dal “prodotto” che ci ammanniscono quotidianamente. Cercando la verità nella notizia, nella storia, nel racconto che ci circonda. Accettando l’idea che tendano ad ingannarci ad usarci, che prima o dopo premino i loro servi fedeli, che la giustizia serva loro, solo per proteggerli da noi e, per convincerci della sua esistenza, per illuderci che la premessa che tutti siano “uguali” davanti alla legge sia verità.

Essere altro dal potere e dal sistema, non facile, persino pericoloso. Eppure già esistono comportamenti che si muovono in questa direzione e per ironia della sorte spesso, li deridiamo e siamo i primi a non crederli possibili.

Il potere è astuto, pur di permanere, è disposto persino a fingere di rinnegare sé stesso, pur di convincerci che non esista una reale alternativa a questo “modus vivendi”.

È disposto a raccontarci che non c’è differenza, che non esiste alcuno scontro di classe, che ognuno ha un’opportunità se è abbastanza furbo, deciso e cattivo per saperne approfittare.

È disposto persino a criticare sé stesso a darci l’impressione che tutto cambi pur di non cambiare nulla. È disposto ad urlare che la politica è morta in favore della “cittadinanza”, che i partiti sono morti ed oggi si fa “partecipazione liquida” … e disposto a dirci tutto ed il suo contrario pur di permanere.

Perchè è vero nulla cambia se non cambiamo innanzi tutto noi, se non si modificano le premesse sostanziali del nostro vivere insieme , ma anche soli. Ed ancora torniamo lì, dove siamo sempre stati. Pur con nuovi linguaggi, pur cercando di aggiornare i modi e le parole. Torniamo a quello che sappiamo e che abbiamo sempre saputo … che dipende da noi.

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