Una fitta nota intersindacale firmata dai segretari aziendali di Arnas Civico e Di Cristina di ANAAO-ASSOMED, ANPO, CGIL-Medici, CIMO, SNR, UIL-Medici  ed indirizzata all’Assessore della Salute Razza, al Direttore del dipartimento Pianificazione Strategica La Rocca ed, infine, al Presidente e componenti tutti della VI Commissione ARS per denunciare la “disamministrazione” manageriale delle strutture ospedaliere palermitane mettendo in fila gravissime inadempienze e una governance allegra.
E’ dichiarato, inoltre, lo stato di agitazione sindacale.

L’unità delle diverse realtà sindacali in un unico documento vuole sottolineare la gravità degli atti messi sotto accusa: sprechi,  sconcertante gestione degli spazi assistenziali e dell’organizzazione del lavoro.

Riceviamo ed inoltriamo la nota intersindacale.

In data 12 aprile u.s. è stato proclamato lo stato di agitazione sindacale da parte delle
scriventi OO.SS. che denunciano una gestione manageriale fin dal primo momento caratterizzata da annunci e proclami, che nella maggior parte dei casi sono rimasti tali, in altri, si sono concretizzati in azioni che hanno condizionato confusione (come i modelli organizzativi per intensità di cure), talora sconcerto (traslochi di Unità Operative, trasferimenti di strumentazioni e personale), e che certamente non solo non hanno risolto problematiche pre-esistenti, ma hanno contribuito a generarne di nuove. Espressione del fallimento gestionale è l’unanime condanna che muove dalla base ed interessa tutte le sigle sindacali nella forma più estrema possibile, complice la totale chiusura nei confronti di un dialogo costruttivo, che con i sindacati non si è mai concretizzato al di là delle indiscutibili capacità oratorie e che, tuttavia, oggi non hanno più presa alcuna.
E’ infatti, evidente a tutti, la strategia spregiudicata e confuso-creativa nella gestione delle risorse umane, delle strumentazioni e degli spazi, caratterizzata dalla sconsiderata politica dei compulsivi trasferimenti e traslochi senza la dovuta valutazione dei rischi interferenti; un management improntato ai sensazionalismi, che nella disinvolta manipolazione mediatica ha avuto la sua estrinsecazione più peculiare e che viene appresso sommariamente rappresentata con alcuni casi più esemplificativi.

SPRECHI
– spese affrontate per finanziare corsi di formazione finalizzati all’implementazione di modelli organizzativi improntati all’intensità di cure mai concretamente applicati benché annunciati e proclamati e, in alcuni casi, imposti tra lo sconcerto generale e poi ritrattati;
– annuncio, al momento del suo insediamento, della creazione della Cardiochirurgia Pediatrica – GUCH Unit, che avrebbe dovuto essere unica struttura regionale al servizio dei cardiopatici congeniti che in questo momento non trovano altro riferimento a livello regionale; ad oggi nonostante siano stati spesi più di 1.300.000 € e nonostante la struttura sia completa di arredi e strumentazione sanitaria non è stata ancora attivata;
– il 15 giugno 2015 una Spect-TC ed una Gamma Camera, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, sono state spostate dai locali della attuale Medicina Nucleare presso gli scantinati del nuovo “Padiglione Oncologico” ove sono rimaste inutilizzate e probabilmente non adeguatamente manutese; tale spostamento, che è costato circa 100.000 €, non è tuttora comprensibile nelle motivazioni ed ha determinato l’impossibilità di erogare prestazioni di alta specialità;
– RMN del PO Di Cristina, acquistata nel febbraio 2016, mai collocata e resa operativa, ma ad ogni piè sospinto annunciata alla stampa e dichiarata di nuova generazione quando invece al momento della presumibile attivazione risulterà già obsoleta. Quali le motivazioni del precipitoso acquisto a quanto pare mai formalmente autorizzato dall’Assessorato?
– una IORT, sofisticato strumento per la radioterapia intraoperatoria, acquistata per 700 mila euro con fondi europei, allocata e non utilizzata per diversi anni presso la Cardiologia (!) e, quindi, trasferita nel complesso operatorio dell’Oncologico dove giace inutilizzata;

GESTIONE SCONCERTANTE DEGLI SPAZI ASSISTENZIALI
I vari programmi di riorganizzazione degli spazi presentati da questa direzione strategica sono stati con sconcertante puntualità, smentiti e modificati subito dopo il loro annuncio. Tante Unità Operative sono state costrette a continui trasferimenti ed a situazioni logistiche inadatte, insufficienti e penalizzanti per i pazienti e per gli operatori. Le prescrizione di legge sugli spazi che obbligatoriamente devono essere offerti ai degenti e devono essere disponibili per il personale sanitario sono state puntualmente neglette. Sono stati eseguiti estemporaneamente, di volta in volta, piccoli e grandi lavori edilizi senza una regia unica ed un programma chiaro, un risultato certo. Lavori per i quali il Commissario si è spesso improvvisato responsabile del Servizio Tecnico disponendo direttamente modalità e tempi di esecuzione dei lavori, che molto spesso si sono rilevati disastrosi come nel caso della scelta di aprire un nuovo varco di accesso al Pronto Soccorso dal quale sistematicamente, a seguito di ogni acquazzone, tracima il fiume di acqua piovana che scorre lungo la via Tricomi e che si riversa all’interno del Pronto Soccorso.
– trasferimento degli ambulatori di neurofisiopatologia presso il padiglione delle emergenze in spazi inadeguati, in promiscuità con attività di degenza ed in assenza di servizi e sale di attesa per gli utenti; il tutto senza documento di valutazione dei rischi interferenti;
– smembramento dell’UO di Oculistica le cui attività operatoria, ambulatoriale e di degenza sono disseminate in sedi diverse dopo un complicato processo di traslochi e migrazioni;
– la coabitazione di unità operative completamente diverse come la cardiologia pediatrica e la nefrologia pediatrica, con una forte riduzione dei posti letto si è rivelata una scelta disastrosa e scriteriata che ha creato pesanti disservizi e mortificato le famiglie dei nostri pazienti;
– di converso, molti spazi, potenzialmente utili per l’assistenza in entrambi i presidi, rimangono a tutt’oggi inspiegabilmente inutilizzati.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO CONFUSIONARIA E TALORA CON PROFILI DI ILLEGITTIMITA’
– attivazione di nuova UO con degenza, denominata Pediatria d’Urgenza, allocata in un contesto strutturale certamente privo di ogni requisito previsto dall’accreditamento istituzionale e soprattutto privo di personale dedicato, costretto a funzionare con le già limitate risorse del Pronto Soccorso pediatrico; soluzione di facciata che avrebbe dovuto risolvere i problemi di affollamento del PS pediatrico che, nei fatti, sono stati resi più gravosi dalla gestione di un “deposito bimbi” sito ad un piano soprastante, lontano da occhi indiscreti;
– disposizioni in materia di organizzazione del lavoro ed in particolare di turni di reperibilità per l’emergenza-urgenza presso il PO Di Cristina, emanate da dirigenti medici non aventi titolo per disciplina né ruolo; tali disposizioni denotano un inappropriato utilizzo del sistema delle deleghe oltre che un’assoluta mancanza di conoscenza delle dinamiche cliniche e della specifica disciplina con incremento insostenibile del rischio per i pazienti che si rivolgono alla struttura pediatrica;
– soppressione dell’UO di ortopedia pediatrica nel principale punto di riferimento cittadino dell’emergenza-urgenza pediatrica, con paradossali e problematici dirottamenti dei numerosi piccoli pazienti afferiti al Pronto Soccorso con traumi e fratture presso altre strutture ospedaliere;
– assenza di reali interventi legati all’organizzazione aziendale e dei servizi, che siano
adeguatamente tarati sui copiosi volumi di attività dell’area di emergenza più grande della regione, con il risultato di aver peggiorato il problema del sovraffollamento, noto fattore di rischio per i fenomeni di aggressione al personale sanitario; il tanto sbandierato completamentodell’organico del Pronto Soccorso, indispensabile per gestire i circa 300 accessi giornalieri, diventa assolutamente insufficiente se costretto a gestire un numero spropositato e sempre maggiore di pazienti critici in barella in attesa di posto letto nei reparti;
– centri di riferimento regionali non adeguatamente supportati nelle risorse umane e tecnologiche (malattie metaboliche, laboratorio di genetica, solo per citare alcuni esempi);
– blocco di attività di ricerca già finanziate; utilizzo incomprensibile di fondi del PSN previsti perlinee progettuali inerenti l’umanizzazione delle cure;
– assunzione in posizione di comando di un neurochirurgo pediatrico presso il PO Di Cristina in assenza di UO di Neurochirurgia pediatrica e di strumentazione adatta allo svolgimento di attività diagnostiche o terapeutiche specifiche (la richiesta di chiarimenti della VI commissione dell’ARS non è stata ancora data dalla direzione strategica e viene rimpallata di tavolo in tavolo);
– concessione di comandi in uscita verso altre Aziende, talora contemporanei, talora senza il previsto parere del direttore dell’UO e talora addirittura senza alcuna delibera, di dirigenti medici, da UO specialistiche del PO Di Cristina. Ciò ha determinato nelle interessate UO, già sottodimensionate nell’organico, la conseguente impossibilità di garantire continuità assistenziale specialistica ai piccoli pazienti degenti.
E’ singolare che tutte le azioni elencate siano state fortemente volute, e talora violentemente imposte dal Commissario senza una formale e diretta assunzione di responsabilità sul provvedimento, demandata puntualmente ai sottoposti quadri dirigenziali. Emblematica, in proposito, la dimissione del direttore amministrativo a fronte del disconoscimento di una procedura di cui lo stesso Commissario non poteva non essere al corrente.
Pertanto, le scriventi OO.SS. ritengono che sia indifferibile una valutazione di merito e di metodosul modus operandi della direzione strategica dell’ARNAS, con particolare riferimento alle tematiche esposte, che costituiscono comunque la punta dell’iceberg di una più generale “disamministrazione”.
Richiedono dunque una urgente audizione per verificare ed approfondire quanto esposto affinché siano assunte le determinazioni che il caso richiede.

Rossella Vilardi