C’è qualcosa che non funziona bene nel sistema di accoglienza dei migranti nel nostro Paese. Molto spesso, infatti, vengono fuori delle situazioni particolari che noi comuni mortali non immaginiamo nemmeno lontanamente. Al di là dei luoghi comuni, che vedono lo straniero come un pericolo per la nostra incolumità e per la nostra proprietà, viene fuori qualcosa che lascia sgomenti.

E pensare che noi, paese ospitante e tollerante verso i flussi migratori, ci troviamo a dovere fare i conti con l’aberrazione di leggi e leggine, di codici e codicicchi spesso imposti dalla UE. Tra questi, c’è la questione degli hotspot. Ma cosa sono questi hotspot? E’ una domanda alla quale dà risposta Amnesty International.

Dopo quattro missioni e più di 170 persone intervistate nel 2016 tra migranti e rifugiati, viene fuori che, all’interno delle strutture consigliate dall’Unione Europea, verrebbero usati metodi poco ortodossi, con vere e proprie violenze fisiche che rasentano anche la tortura verso queste persone, pregiudicando spesso il loro richiedere asilo.

Ora, a quanto pare, il nostro Paese, facendo proprie certe pressioni dell’UE, avrebbe utilizzato dei metodi coercitivi per prendere le impronte digitali di coloro che arrivano in Italia, a prescindere se siano uomini, donne o bambini. Ciò avviene soprattutto nei confronti di coloro che non vogliono restare sul nostro territorio.

Spesso, però, le forze dell’ordine sono impreparate a svolgere un compito che possa far si che, quanti arrivano nel nostro Paese ricevano tutte quelle attenzioni che meritano. Numerosi migranti hanno anche riferito di essere stati picchiati con bastoni elettrici e di subire vessazioni simili alla tortura. Adesso, Amnesty, muovendosi sulla scorta di dati di fatto ed evidenziando la violazione di diritti umani nei confronti di tutti queste persone, ha chiesto un incontro con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per confrontarsi sul recente rapporto redatto dalla stessa associaizone. Ma da Alfano ancora nessuna risposta.

Di tutto questo se ne parlerà alle 10 di mercoledì 9 novembre a Radio Off con Alessandra Cannizzo, in rappresentanza di Amnesty International. Conduce Liborio Martorana.