DI Fabio Gagliano

Il 25 aprile, come tutti sanno, si festeggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, cioè da un regime violento, autoritario e repressivo e quindi dall’occupazione tedesca susseguita ad una scellerata guerra dai connotati imperialisti.

Il fascismo lasciava dietro di sé decenni di repressione non soltanto in Italia, ma anche nelle sue “colonie” dove non si risparmiò dall’effettuare stragi di innocenti, organizzare deportazioni, campi di concentramento e altre nefandezze. Oramai la storiografia ci ha fatto conoscere quello che i fascisti fecero in Libia, Eritrea e Balcani e non c’è proprio nulla di cui compiacersi.

Ma il fascismo fu anche (soprattutto) una enorme mistificazione, che nacque con belle parole e in seguito si sviluppò realizzando esattamente il contrario di quanto aveva promesso.

Tanto per rendersene conto ecco il  Manifesto dei Fasci italiani di combattimento pubblicato su “Il popolo d’Italia” il 6 giugno 1919 e noto come ‘Programma di San Sepolcro’:
Italiani!
Ecco il programma di un movimento sanamente italiano.
Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perché antipregiudizievole.
Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti.
Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creata la classe dirigente.
Per questo NOI VOGLIAMO:
Per il problema politico
Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
L’abolizione del Senato.
La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
Per il problema sociale:
NOI VOGLIAMO:
La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.
I minimi di paga.
La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.
L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
Per il problema militare:
NOI VOGLIAMO:
L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.
La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.
Per il problema finanziario:
NOI VOGLIAMO:
Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze.
II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra.


Come sappiamo, nessuno di questi punti fu mantenuto, anzi si cominciò ben presto a fare esattamente il contrario. Riportiamo alcuni esempi eclatanti:

-Nel 1920 l’Italia attraversa una grave crisi economica, caratterizzato dalle lotte operaie e contadine dovute al carovita e alle difficili condizioni lavorative, effetto della riconversione della produzione bellica a produzione di pace. In Val Padana e in Puglia la lotta contadina si fa più accesa. Contro di essa proprietari terrieri ed esponenti dei Fasci di combattimento si alleano, ricorrendo sistematicamente alla violenza dello squadrismo, ovvero alle azioni punitive di gruppi di fascisti contro Camere del Lavoro, Case del popolo, sedi di partiti e di cooperative, singole persone. Tali azioni sono spesso ignorate in maniera complice dalle forze dell’ordine.

-Nel 1922, Mussolini abbandona due premesse dei Fasci di combattimento: il repubblicanesimo e l’anticlericalismo.

-Nello stesso periodo Mussolini presenta un programma che soddisfa i conservatori, abbandonando la linea giolittiana che colpiva i profitti di guerra; scioglie le amministrazioni comunali e provinciali guidate da socialisti e/o popolari; liquida le cooperative, limita le libertà sindacali.

-Nel 1924 Mussolini promuove una convenzione che concede alla società americana Sinclair Oil il monopolio della ricerca petrolifera in Italia, a condizioni svantaggiose per il pubblico interesse. In cambio, la società versò notevoli finanziamenti al partito fascista.

-Non parliamo poi della milizia che doveva avere esclusivamente uno scopo difensivo: oltre ad impiegare l’esercito nel reprimere i libici, il fascismo promosse la conquista dell’Eritrea e la guerra di Spagna.

-In ultimo, ma non certamente ultimo argomento, non solo fu disatteso il suffragio universale, ma alle donne fu “regalato” l’esclusivo compito di fare figli, escludendole da qualsiasi opportunità di lavoro e carriera.

Non parleremo del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, del confino politico e del manifesto sulla razza del 1938, di cui si è fatta abbondante menzione su tutti i giornali, televisioni e social media.

Bibliografia:

  1. 1-Del Boca, Gli italiani in Libia, Milano, Mondadori, 1994.
  2. 2-G. De Luna, Tribunale speciale per la difesa dello stato, in Dizionario del fascismo, a cura di V. de Grazia-S. Luzzatto, Torino, Einaudi, 2003
  3. 3-Berardo Taddei, Donne processate dal tribunale speciale 1927-43, Verona, 1969
  4. 4-Dal primo al secondo Risorgimento, su anpi.it (archiviato dall’url originale il 23 giugno 2012).; cfr. Bianchi 1979, p. 369.
  5. 5-Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Einaudi 2004
  6. 6-Renzo De Felice, Autobiografia del fascismo. Antologia di testi fascisti, 1919-1945, Minerva italica, Bergamo, 1978