di giandiego marigo                                                                                               13/10/2020
Influenzatore, per dirla in italiano, una invenzione del Marketing ormai trasferita all’azione comune.
I signori della rete. Ce ne sono d’ogni genere e tipo, da quelli che orientano gusti e consumi a quelli che, subdolamente, orientano il pensiero e l’opinione (il tipo peggiore). Sono giornalisti (molto prezzolati), personaggi televisivi, abitanti della rete della primissima ora , di recente pseudo-scienziati al soldo, delle multinazionali del farmaco per esempio. Il potere e di conseguenza i suoi burattini-guardiani della politica hanno, da tempo, verificato l’efficacia della metodologia e la stanno usando in modo costante, ai limiti del buon gusto e della manipolazione. L’avvento della cultura Social poi ha dato loro un potere enorme. Condivisioni compulsive, milioni di followers (un tempo li avremmo chiamati seguaci. Ormai è norma che il “politico di razza” (facile domandarsi di che razza?) abbia una sua truppa di supporto informatico. I primi a praticare , in modo massiccio, questo metodo sono stati i
“Cinque Stelle” , rapidamente esso si è diffuso, producendo mostri, uno dietro l’altro, ad iniziare proprio dalla sua casa d’origine.Tutti si stanno uniformando. Addirittura il potere e di conseguenza i governi ne stanno facendo un uso illimitato e criminale, nella gestione, per esempio, dell’emergenza Covid. Questo metodo ha prodotto la tristissima nefanda “BESTIA” salviniano-meloniana, che ormai è la prima produttrice di fake e manipolazioni della rete, quantomeno in Italia. Sarebbe però sciocco fermarci qui ed attribuire ad una sola “fazione” interna del balletto del potere, questo metodo e quest’intenzione; non è così, purtroppo. Nel suo spostamento convulso verso il centro e la democristianità anche il partito “presunto- progressista” e la sua area di reggi-coda stanno inoltrandosi nella metodologia. Accettando il terreno di scontro , anche se esso umilia i contenuti, vanifica le idee ed è teso unicamente alla manipolazione del consenso. È una delle colpe gravissime del cosiddetto progressismo mondiale, quella di aver perso le proprie caratteristiche cultural-peculiari in un marasma vomitevole di modernità (non progresso che è altro), sociologia da dozzina e leggi di mercato. Accettare questo terreno di confronto, aderire, arrendendosi, al contesto che il potere ha preparato per ridefinire la politica. Grave, gravissimo a parere umilissimo di questo vostro scrivano. Peggiore per chi ha accettato di essere di supporto a tale innaturale spostamento, alla rinuncia delle
caratteristiche che definirono l’AreA progressista nella storia, sull’altare di un modernismo umiliante
e vuoto. L’influenzamento è la morte delle idee, la rivincita del vacuo e del formale, il gioco della polemica sterile ed inutile da reality show, che appare insanabile, reale e nel merito, ma che è vuota d’ogni contenuto reale. Eppure oggi stuoli di “condivisori-ripetitori” solo parzialmente coscienti di sé, ripetono a nastro frasi fatte e luoghi comuni e data la diffusione capillare del social questo nulla ripetuto e ripetuto diventa opinione. La teoria della ripetizione di Goebbels elevata a metodo scientifico, senza alcun bisogno di megafoni o proclami. Il tutto poi condito con l’uso esagerato e mefitico del mezzo televisivo, teatrino in cui questi influencer diventano “espertoni” o alla peggio
“commentatori”. Una commedia orribile, tragica, ma che resta commedia e come tale umiliante per chi la subisce e la lascia passare. Convinto, per altro di essere nel solco dell’unica ragione razionale e possibile. Questa metodologia contribuisce in modo consistente alla formazione del pensiero unico.
Le persone ne restano ipnotizzate senza nemmeno accorgersene e, nella migliore delle ipotesi,
diventano consumatori compulsivi per spirito d’imitazione, ma alla peggio, permettono al mostro
manipolatore di pasteggiare con la loro mente. In uno scenario di questo tipo è ovvio che il libero pensiero divenga crimine e malattia, ed infatti è proprio alla distruzione del pensiero indipendente, che i nostri eroi metodicamente si dedicano. All’irrisione, più o meno velata ed elegante a tratti persino ironica e divertente, del diverso, alla denigrazione del dissenso, alla riduzione a grottesco delle ragioni del contro-potere. Una delle armi migliori che l’Area di Progresso e Civiltà aveva era la contro-informazione, puntuale, credibile e capillare; essa è stata abbandonata, sull’altare della visibilità e della formalità, si è rinunciato ad essa per partecipare al “nuovo modo di vedere le cose”
In nome di progresso presunto, di una capacità comunicativa aumentata si è rinunciato a quello che
eravamo e ci si è ridotti a poco o nulla. Parlo, ovviamente, di quell’AreA di pensiero che non si
riconduceva agli stereotipi ed alle pericolose similitudini istituzionali (già ben presenti)in quello che veniva definito l’Arco Costituzionale. Si è arrivati oggi a concedere il dissenso, anche a livello concettuale, alla peggiore destra della storia. Il Grande Nulla, come amo chiamarlo. A colpi d’influencer si è arrivati ad un mostro con molte destre e nessuna sinistra, che è quello che , in fondo, ci stiamo meritando con il nostro silenzio da ignavi. Con l’adesione ai modelli dell’unico mondo possibile, con la resa all’unico pensiero(sanitario o meno che sia).
(fonte immagine: ph BRUSA)