di Fulvio Fisicaro (R R ©) Palermo, 21 marzo 202

In una città di Palermo la cui opinione pubblica è focalizzata sulla pandemia e sulla spaventosa crisi ucraina, è l’apparizione dei primi manifesti elettorali mostranti volti di candidati e simboli di partito vecchi e nuovi, alcuni francamente impresentabili, che ricorda alla cittadinanza l’inizio della battaglia per la conquista di Palazzo delle Aquile. Le macerie di una metropoli in stato di decadenza sociale e declino finanziario, distrutta da decenni di gestione inefficiente ad opera di una classe burocratica e amministrativa sofferente di nanismo e analfabetismo politico, ne definiscono lo scenario. Le forze tradizionali in campo rappresentano un quadro diffusamente frazionato: sedersi al tavolo della spartizione del fiume di denaro proveniente dal PNRR sollecita l’appetito di tutti gli avventurieri della politica panormita e moltiplica oltre ogni logica i pretendenti, anche i più improbabili, spingendoli al trasformismo o ad alleanze trasversali talvolta antistoriche pur di guadagnarsi un posto a sedere. Molti dei concorrenti sono inoltre superficialmente interessati a utilizzare le amministrative solo quale palestra utile a dimostrare le proprie forze in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali, alla ricerca di spazi e candidature future. Manca in molti una reale presa di coscienza della drammaticità dello stato in cui versa la città, e non per distrazione o ingiustificato ottimismo ma per mero e cinico calcolo personale. La crisi del Movimento 5 Stelle ha segnato il fallimento dell’antipolitica; il legittimo voto di protesta antisistema dovrà trovare nuove collocazioni per non ritirarsi nel limbo dell’astensionismo. I vecchi partiti, sia del centrodestra che del centrosinistra, continuano a proporre un modello di amministrazione obsoleto e non più credibile, i cui risultati parlano chiaro. Lo spazio vuoto lasciato dalla fine dell’orlandismo dovrà riempirsi con altri riferimenti. Palermo necessita oggi di amministratori che diano inizio a un percorso di rinascita: una nuova classe politica coraggiosa di ricostruttori democratici, economici e sociali. Una proposta politica innovativa potrà anche convincere gli astenuti a tornare al seggio elettorale. Il modello di amministrazione di cui necessita oggi Palermo è quello civico: un modello concreto e democratico, che coinvolga la cittadinanza e non si chiuda nelle stanze del potere, basato sulla trasparenza e sulla responsabilità, non sull’autoreferenza e sull’elitarismo che hanno contraddistinto gli ultimi decenni di cattiva amministrazione e hanno massacrato la città. Sarà necessario ricostruire un percorso democratico che riapra le prospettive economiche cittadine, riaccenda il motore imprenditoriale e risolva la crisi sociale affrancando Palermo dai vizi atavici, che dedichi finalmente risorse alla scuola, che doti la città di impianti sportivi funzionanti e disponibili. La battaglia di Palermo dovrà cambiare la storia della città, della Sicilia, del Mezzogiorno e dell’Italia. La società civile è in grado di intestarsi questa battaglia, intercettare tutto il consenso orfano di un referente e richiamare al​ voto gli ignavi; se saprà trovare protagonisti qualificati e di spessore, e non c’è dubbio che può esserne in grado, se saprà trovare la necessaria unità d’intenti politici, la società civile potrà vincere. Comincia la battaglia di Palermo: Radio Off è pronta a salire sulle barricate, ospitandone democraticamente tutti i protagonisti portatori di vera novità.

(fonte immagine: ANSA.IT)