“Fate il vostro gioco” dice il croupier nei tavoli da gioco dei casinò prima di lanciare la pallina della roulette russa che andrà a posizionarsi sul numero e sul colore vincente.  Il gioco si sa ha regole ben precise e non permette di barare, cosa che non avviene in politica dove l’ammuino è la regola del gioco, non scritta ma conosciuta e temuta da tutti coloro che vogliono partecipare al gioco elettorale, un gioco che comincia sempre con la compilazione delle liste  e dove i contendenti ad un posto possibilmente in posizione di vantaggio, hanno pulito ed oleato le loro pistole ed affilati i loro coltelli ed è da qui che comincia l’ammuino. Infatti è già partita in quarta la campagna elettorale nazionale con la presentazione delle liste, dove tutti gli schieramenti hanno fatto una scremature dei candidati vecchi e nuovi, ovviamente portando malumori all’interno dei propri partiti o movimenti facendoli diventare una sorta di uffici di collocamento privato. La composizione delle liste,  vera diatriba all’interno di questi, è stata l’occasione per fare tirare fuori vecchi veleni tenuti sopiti e pronti ad esplodere come un vulcano, a coloro che in questa  scelta, voluta dai vertici e avvenuta nel chiuso di una stanza piuttosto che con un processo democratico, ci hanno rimesso posti,  lavoro, promesse ed anche militanza, mentre vengono imposte candidature calate dall’alto, dove parenti ed amici, veri figli d’arte, e cambia bandiera ad ogni stagione, sono stati inseriti nei listini col beneplacito di tutti.  Ora, a queste elezioni ci ritroveremo a votare per questa gente per noi sconosciuta ma di sicuro affidamento per chi li ha inseriti,  gente che potrà essere gestita da dietro le quinte dai vari capi e capetti che rispondono tutti al grande capo. Gli elettori saranno sempre più disorientati nell’esprimere il proprio voto e faranno aumentare i numeri del partito dell’astensione, poi, a parte qualche addetto ai lavori, la maggior parte dei votanti che andranno a votare lo faranno subendo una martellante campagna indicativa magari sperando che un cambiamento in positivo possa cambiare le sorti del Paese. In tutto ciò, sbraitano e minacciano gli esclusi, soprattutto coloro che nei partiti ci sono da sempre e ci hanno rimesso lacrime e sangue ma che hanno anche ricoperto ruoli importanti. Con queste false rottamazioni non credo che si voglia portare aria nuova dentro i partiti, ma semplicemente esautorare tutte quelle frange che non sono d’accordo con i grandi capi e, non si tratta di minoranze bensì dal voler fare un repulisti dentro il partito, togliere di mezzo coloro che avanzavano richieste, memori del loro impegno politico. Queste frange che una volta erano l’espressione della democrazia dentro i partiti, adesso subiscono l’onta del non essere inserite nelle liste elettorali e quindi tagliati fuori dalle possibilità di stare non solo in un governo ma addirittura in parlamento, dove potrebbero diventare spina nel fianco dei piani di capi, capetti e caponi. Quindi arrivati a questo punto  costoro, vittime dell’ammuino si lecchino le ferite, soprattutto le figure di spicco cercando di organizzarsi per il futuro, mentre  le mezze calzette che tanto hanno appoggiato l’ascesa dei loro futuri carnefici, provassero ad occuparsi della cosa pubblica oppure cambino mestiere, riconoscendo che la politica non è un ufficio di collocamento per meri scopi individuali ma servizio verso la collettività.

Liborio Martorana

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