di giandiego marigo         06/10/2020
Ora, come promesso, vi regalo l’apertura del primo libro, tali premesse verranno tolte nella prossima ristampa che raccoglierà il primo ed il secondo libro in un unico tomo. Scelgo questa soluzioni per condensare e rendere accessibile (in tutti i sensi). L’esperienza del libro attuale Erallon III e IV, mi conforta nella scelta.Questa prima parte però io la trovo bella, ben scritta ed anche utile per affrontare i libri; quindi verrà raccolta in un libricino a parte che si chiamerà “Guida ad Erallon e glossario dei termini e dei personaggi” ed è questo che io vi regalo, percé possiate poi
orientarvi meglio nella saga. Permettetemi, nel frattempo, onde non perdere l’occasione di dirvelo, il mio nuovo libro ERALLON: L’historia del grande viaggio , editato a cura delle Edizioni Informazione Libera, continuazione della saga Eralloniana si trova su AMAZON.IT in tutte le versioni possibili dal cartaceo all’E-book sino alla lettura Kindle su abbonamento. , l’importante e che lo leggiate. Siatemi
complici! Se volete potete chiedermelo e ve lo invierò con dedica Guida ad Erallon e Glossario dei termini e dei personaggi (prima parte) PREMESSA Perdonate, suvvia questo vostro scrivano del dover, prima d’addentrarsi nella narrazione delle vicende, premettere una descrizione del contesto.
Ci si rende ovviamente conto di quanto questo possa essere problematico e di come non rientri nelle buone norme di “vendita” d’uno scritto quale quello di questo vostro umile servo. Essa, quindi, pur non essendo “ quel che si conviene” all’incipit di una vicenda epica è però necessaria all’inquadramento di quel che andremo a raccontare, abbiano quindi, le vostre graziose maestà,
pazienza e tollerino questa premessa alle mirabolanti avventure diEuraclia “La Portatrice” e della sua schiatta. Non è la convenienza quindi né il giusto incipit, quel che ci assilla, ma che voi tutti comprendiate, il come il dove e il quando quel che ci accingiamo a narrare avvenga. Iniziamo questa nostra narrazione con il dire che questa è una storia d’amore, d’intelligenza e di magia. Premessa forse inutile che ci piace fare. Ci occuperemo qua e là di modi e comportamenti,
di usanze e di costumi, sin di filosofia e dell’immagine che le razze hanno del divino, ma senza pretesa d’essere solutori di alcunché. Non profeti, quindi, non storici e nemmanco scrittori, ma umili scrivani, ripetitori d’una storia che da sola si racconta. La prima delle numerose narrazioni è quella che riguarda la grande famiglia dei Laschien. Quella stessa famiglia che tanta parte ebbe nella rinascita dell’impero. Iniziamo quindi con il collocarla storicamente. Il Caos o quantomeno, quello che gli esseri conobbero e descrissero come tale, era finito ormai da 150 anni (così sinarrava ). Come e quando fosse realmente cominciato non era dato sapere, non all’epoca del nostro racconto, sebbene in modo del tutto arbitrario si datasse la fine della Caduta e l’inizio del Caosa circa 350 anni prima del tempo di cui stiamo parlando, questa era la storia che gli esseri erano convinti di conoscere. In realtà erano stati moltissimi e graduali gli anni di oscurità, di perdita di memorie e di conquiste, di regresso. Spesso gli esseri si cacciavano in situazioni di questo tipo, erano particolarmente vocati e molto bravi nell’arte del non apprendere e del non avvalersi dei propri errori come bagaglio d’esperienza. La durata del periodo più caotico e oscuro, quella cioè successiva alla caduta del primo impero, era fissata quindi in 200 anni circa, ma era decisamente arbitraria e in realtà si trattava di una sorta di
leggenda. Con scarsissime prove scientifiche o scritte degli avvenimenti. Il computo del tempo molto ipotetico e la generale dimenticanza degli anni oscuri avevano contribuito alla confusione.
Il regresso era stato deciso, molto consistente. Moltissimo era andato, forse definitivamente, perduto.
​Nessuno, quindi, aveva una reale memoria storica di quegli anni.Anche se Arradù era un grande pianeta e qualcuno che conservasse le memorie, da qualche parte, doveva pur esserci. Anzi, sicuramente c’era, nascosto probabilmente nella Casa dei Rossi, unici cultori dell’antica scienza della memoria storica, ma altrettanto versati nell’uso della segretezza e dell’isolamento. All’epoca in cui inizia il nostro racconto, non era reputato opportuno dai Maestri Rossi divulgare la loro scienza e il bagaglio sapienziale. Con assoluta certezza non esisteva alcuna tradizione di storicizzazione in quel che rimaneva dell’antica Erallon Nei territori dominati dal Conclave. Quello che era stato l’impero più potente di Arradù si era frantumato in una infinità di staterelli, retti ora da un Duca ora da un Barone.
Più spesso dal ricordo confuso di ciò che era stato e da qualche Chierico Bianco. Il tutto, infatti, aveva un tessuto di connessione, era tenuto insieme a una teocrazia monocorde e profondamente conservatrice…  I Bianchi del Conclave Vivevano in una parvenza di pace, per quanto potesse veramente essere definita tale quell’assoluta immobilità. Quella stagnazione, che solo i Bianchi di quei tempi osavano definire pace, imperava da moltissimi anni, lunghi e piatti, assolutamente immobili. Meglio rispetto a prima, rispetto agli anni oscuri? Forse sì! In apparenza, almeno, decisamente meno cruenti e violenti.
(photo brusa)

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