“Immagini on” è la rubrica fatta dai lettori che amano l’arte fotografica. Viene aggiornata il martedì grazie alla collaborazione dei fotografi professionisti e non. Oggi la rubrica è dedicata agli scatti di Alberto Mancini. Ecco una sua breve biografia e le foto:

Mi chiamo Alberto Mancini e sono nato l’11 giugno del 1964 a Roma, dove vivo tutt’ora con mia moglie, mia figlia e una gatta di nome Lissi (beato tra le femmine).  La passione per la fotografia è sbocciata nel 2010 (circa) grazie ad un mio amico appassionato già da tempo. Preferisco il termine sbocciata perché credo il seme già ci fosse da tempo, dormiente e in attesa . Nel 2012 ho acquistato la mia prima reflex (una nikon d3100) e con il tempo ho aggiunto nuovi obiettivi fino all’acquisto della attuale D750. Mi annoio facilmente quindi spazio sempre tra vari generi, seguendo l’ispirazione del momento (non sarei un gemelli d’altronde).  Ho provato anche l’ebrezza dell’analogico, arrivando a sviluppare (male) i rullini e stampare le foto (peggio) in casa grazie ad un ingranditore ereditato dallo zio di mia moglie (santa donna).

Mi piace molto anche guardare le foto dei grandi autori, andando alle mostre e leggendo libri. Alcuni dei miei preferiti sono Salgado, Mc Curry , Erwitt,  Gianni Berengo Gardin, Letizia Battaglia e tanti altri non meno importanti. Gradualmente la libreria nella mia stanza si sta riempiendo sempre di più, finché i libri non strariperanno nel corridoio e ci  sfratteranno  di casa. Le mie strategie di scatto cambiano in base al genere:  per i paesaggi cerco la contemplazione, per la street l’ironia, nei ritratti la spontaneità, nei concept la fantasia. Sono una persona espansiva ma cerco anche la solitudine per curare i miei interessi, soprattutto nel silenzio della notte quando tutti dormono. In realtà di notte non sono solo, la mia gatta (ricordate?) mi adora e si accoccola sulle mie gambe guardando il libro o premendo tasti a caso sul pc quando faccio post-produzione, quindi sappiatelo, la vera artista in casa è lei.

 

 

 

Rubrica di fotografia a cura di Serena Marotta