di giandiego marigo                                                                         15/06/2020

Partiamo da una notizia laterale, non molto propagandata. Affidata al tamburo della rete e non ripresa dai giornaloni mainstream (i portatori di uniche inappellabili verità, sempre più gli unici autorizzati a dire qualsiasi cosa). È una di quelle notizie che la gente legge di sfuggita (in genere limitandosi al titolo), che solo pochi riportano in rete, nonostante la compulsione al link.

Sto parlando del fatto che l‘ISDE-associazione medici per l’ambiente abbia sonoramente bocciato il PIANO COLAO, classificandolo come “Iper-liberista”.

Le motivazioni sono svariate ed importanti una delle quali riporto come pura citazione:

«Il piano, nella sua genericità, sembra puntare quasi esclusivamente su innovazioni tecnologiche e semplificazione delle procedure amministrative per velocizzare ancor di più proprio quel modello di sviluppo che è all’origine dell’attuale crisi – scrive Isde – Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione perché la prevenzione, in particolare quella primaria, in ambito sanitario, che doveva essere al centro di qualsiasi programmazione per il futuro, è completamente assente e il piano per questi aspetti si identifica unicamente con la telemedicina e le nuove tecnologie. Rimane assente un disegno più organico che preveda la riorganizzazione degli ospedali e delle strutture territoriali, attraverso il potenziamento dei servizi di prevenzione e di cura vicini alle persone e l’incremento del personale medico e infermieristico».

Continua poi con un discorso serissimo ed a mio parere doveroso sul rapporto con la natura, la compatibilità e la sostenibilità … completamente assente dal piano se non come generico accenno in una visione assolutamente produttivista del sistema. Addirittura rendendo “semplice e tutto sommato leggero” il discorso che riguarda le bonifiche e l’acquisizione delle relative certificazioni e rendendo molto meno “pesante” per contro la possibilità di opporsi localmente all’installazione delle tecnologie (5G) comunicative.

La definizione stessa citata nel piano di “Capitale Ambientale” riduce il rapporto stesso con la natura a “definizione economicistica”, annotandolo come fattore di un calcolo finanziario.

Non si vede , se non in una generica ed superata citazione, un impegno reale ed aggiornato alle moderne tecnologie per quanto riguarda le fonti energetiche rinnovabili e sostenibili (evidentemente non reputate sufficientemente interessanti o remuneraive). Nè si intravede in alcuna citazione una reale progressione ed aggiornamento sulla tematica del trattamento dei rifiuti ancora visti, quasi unicamente, come combustibile (con livelli di inquinamento elevatissimi).

Non vi è alcun impegno reale sull’inquinamento, scarsamente o per nulla citato. Non una parola sull’agricoltura industriale, sugli allevamenti intensivi, sull’abuso di prodotti di origine animale, sulla dispersione in natura dei fanghi di risulta degli allevamenti (che hanno avuto peso sulla diffusione del virus in Lombardia). Nulla, nemmeno una vaga citazione sulla necessità di una sua conversione agro-ecologica in grado di trasformare tale attività da fonte di problemi (desertificazione, perdita di salute e di biodiversità, cambiamenti climatici) a soluzione dei medesimi.

Finisco con un’ultima citazione: “ Prendersi cura del Paese e dei suoi cittadini significa fare prevenzione, evitando i fattori di rischio riconosciuti dannosi per la salute e promuovendo un grande piano di sorveglianza epidemiologica sul territorio basato sulla rete dei medici di famiglia, le Aziende sanitarie locali con particolare enfasi sui Dipartimenti di Prevenzione e i Distretti, e la rete ospedaliera: la sanità è una sola e deve essere interconnessa per prevenire le malattie prima ancora che curarle bene. Per uscire dalla crisi è necessaria la consapevolezza di ciò che stiamo rischiando e il coraggio per un radicale cambio di rotta”. In questo senso andrebbero citate le “Case della Salute” contenute nella piattaforma propositiva di Medicina Democratica.

Sin qui L’ISDE, al quale mi piace aggiungere una mia , personale, considerazione: Il Piano è improntato alla “soluzione comunicativo tecnologica” ed a una visione totalmente “privatizzata e privatistica” del sistema. Alla cessione metodica di ogni minimo anfratto alla gestione dei privati. Non risolve , anzi aggrava le tematiche riguardanti le privatizzazioni di Scuola e Sanità. Un piano giustamente definito “IPER-LIBERISTA”. A tal punto da causare anche il brusco risveglio della Sinistra Radicale sin qui sin troppo silente.

Non a caso, assunto gloriosamente … e senza alcuna dialettica parlamentare o sociale, in un periodo d’emergenza. Non ci sono “Salvatori della Patria” dietro a questo piano, quantomeno chi scrive non lo pensa, ma solo gli interessi della schiatta dei multinazionalisti … figura che Colao incarna con assoluta credibilità … sin troppa!

Nessuna attenzione per il piccolo, per l’artigianato, per la distribuzione minuta, per la piccola iniziativa (che sarebbe liberale, ma non liberista). Chi scrive ha idee socialiste-libertarie, va detto, e scarsa considerazione per il capitalismo delle multinazionali, ma qui si esagera!

(fonte immagine: ph BRUSA)