“Il Dc-9 fu abbattuto da un missile”. Lo hanno affermato i giudici della prima sezione civile della Corte d’Appello di Palermo.

Sono passati 39 anni: era il 27 giugno 1980. Il volo Itavia 870 partito da Bologna con rotta Palermo si inabissò con 81 persone a bordo tra Ponza e Ustica.

L’associazione familiari vittime della strage di Ustica continuano con il loro impegno a fare memoria:

“-E’  CERTO  che il DC9 Itavia è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea

– E’  CERTO   che vi erano aerei americani, francesi, inglesi e forse libici nel cielo del Tirreno

– E’  CERTO  che qualcuno ha deciso che noi, parenti delle vittime e gli italiani tutti non dovevano sapere vogliamo ribadire, dicevo, che riteniamo insufficiente  l’impegno del Governo italiano e della Diplomazia nel richiedere e nel pretendere risposte esaustive dai Paesi amici ed alleati, affinché si riescano  a determinare  gli autori materiali dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace.”

Prima della sentenza del 2015, sono state quattro le ipotesi formulate sulla strage nel corso delle indagini. Una: cedimento strutturale. Due: collisione con un altro aereo in volo. Tre: una bomba a bordo. Quattro: un missile sparato da un altro aereo.

Sino al 2015 quando, la Corte di Appello civile di Palermo ha rigettato il ricorso dei ministeri della Difesa e dei Trasporti. Ricorso contro la sentenza del settembre 2011del giudice Paola Protopisani, con la quale condannò lo Stato a risarcire con oltre 100 milioni di euro i 42 familiari di 17 vittime. Con questa sentenza di Protopisani si stabilì che la causa dell’abbattimento dell’aereo fu «un missile o collisione in una scena militare».

E adesso “la nostra battaglia continua poiché crediamo che si debba finalmente scrivere tutta la storia di questa indicibile tragedia, tutta la verità è necessaria, pena una forte lesione nella nostra dignità nazionale.”, scrivono sul sito i familiari che hanno fondato l’associazione.

Proprio stasera 27 giugno, si terrà un evento di grande intensità emotiva che vede protagonisti studenti di Bologna e Palermo.

“Si tratta di un Progetto che nasce dalla collaborazione con il Ministero dell’Istruzione (Miur) all’interno della Convenzione per ricordare gli anni bui del terrorismo. Uno spettacolo che testimonia il legame con il mondo della scuola, che vede scolaresche visitare il Museo in un rapporto fruttuoso, per una maturazione complessiva, sia con la didattica del MAMbo sia con la stessa Associazione. Saranno in scena 40 studenti dell’Istituto Copernico di Bologna e dell’Istituto Galilei di Palermo, e 10 restauratori dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con la regia di Bruno Cappagli e il contributo di Linda Tesauro del Museo Internazionale della Musica di Bologna.”

Saranno tanti gli eventi organizzati nel parco antistante il Museo per la Memoria di Ustica a partire da stasera e sino al 10 agosto.

Serena Marotta

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