All’interno di tutto il marasma di informazioni che passano da tv, giornali ed internet ce ne sta una che da qualche giorno tiene banco. Ed è una notizia che rientra nel settore politico e che al lettore medio fa pensare che alla fine la politica è tutta uguale. E’ una questione di denari  e di sopravvivenza, altrimenti chi ha commesso il misfatto che giustificazione potrebbe dare? Una notizia di piccola entità  ma che diventa grande per il modo in cui viene postata e pone  l’elettore nella posizione dell’astensionismo. Ora mettendo da parte i fatti di Macerata strumentalizzati ad arte dalla politica, è la questione rimborsopoli  a 5 stelle che tiene banco nelle prime pagine di tutti i giornali e che giorno per giorno va sempre ad aumentare, strumentalizzata, come politica elettorale vuole. Ma andiamo al punto.  Alcuni eletti dei 5 stelle a quanto pare hanno tradito quelle che erano le direttive del movimento sui rimborsi che questi devono lasciare a disposizione delle piccole e medie imprese inserite in un fondo apposito. Qualcuno dice che con la loro contribuzione a questo fondo sono state create ben sette mila aziende e quattordicimila posti di lavoro. In pratica due operatori ad azienda, dati che potrebbero benissimo essere resi  noti attraverso i canali di informazione con  i nomi di queste aziende, cosi da raggiungere più gente possibile e non solo tramite blog penta stellasti.  Ma non è questo il fatto. Da sempre i 5 stelle hanno utilizzato la perfetta macchina comunicativa basata sull’onestà e sul fatto che loro si riducono lo stipendio (attenzione solo la voce stipendio) di una sostanziosa busta paga. Loro la mostrano come una operazione politica e fino qui niente di strano è politica, mentre nella realtà, pare che sia qualcosa fatta contro voglia da qualcuno che dentro il movimento ci sta da tempo occupando poltrone parlamentari e varie commissioni. Bisogna dire che  ognuno dei propri soldi ne può e ne deve fare quello che più gli aggrada senza che nessuno gli dica cosa fare. Per cui imporre regole economiche a lungo andare si avvertono delle stonature. Si certo adesso i vertici grillini lanciano fulmini e saette nei confronti di questi parlamentari, cercando una scusa per non perdere elettorato. Ora, se qualche penta stellato decide di non versare il dovuto pattuito in sede elettorale probabilmente lo fa perché magari non arriva a fine mese ed ha bisogno di questa cifretta che gli permette di pagare bollette, utenze o almeno mettere la benzina nella macchina. E allora cosa avviene? Avviene che qualcuno di questi dopo avere fatto il bonifico a distanza di appena ventiquattro ore lo ritira. Facendo cosi, il parlamentare ottiene due cose: il risparmio del dovuto e la bella figura con gli altri suoi colleghi. Poi, invece succede che ad un certo punto arrivano quelli della trasmissione Le Jene e cominciano a fargli le pulci, tirando fuori queste notizie, mentre i vertici del partito non partito cercano di salvarsi in corner con la solita solfa del quanto sono bravi, quanto sono belli e che solo loro sono onesti essendo i soli a devolvere questi fondi, mentre tutti gli altri non lo fanno.  A questo punto dovrebbe esserci la fine del discorso, cosa impossibile perché nel frattempo un parlamentare europeo penta stellato tale Davide Borrelli, molto vicino alla Casaleggio Associati, decide di lasciare i cinque stelle  per passare al gruppo misto motivando il gesto con motivi di salute . Ciò può essere reale? Forse che a forza  di stare nei five stars  si cominci ad accusare problemi fisici? Questo non lo sappiamo. Il dato di fatto è che un parlamentare lascia il proprio gruppo per andare nel gruppo misto per problemi di salute. Cose che non si sono mai viste in nessun parlamento.

Liborio Martorana

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