Da qualche mese a questa parte le formazioni terroristiche somale di Al-Shabaab (in italiano I ragazzi o il partito della gioventù) hanno intensificato le incursioni sconfinando nel vicino stato del Kenya, costringendo il governo di Nairobi, dopo una serie di sanguinosi attacchi, ad intensificare gli sforzi  volti a contrastare le nuove offensive jihadiste lungo il confine.

Al-Shabaab, è una ben radicata organizzazione politico-militare nata in Somalia intorno ai primi anni Duemila  e affiliatasi ad al-Qaeda nel 2012. Fino al 2015, complice la costante inconsistenza dei legittimi governi somali, la formazione jihadista controllava gran parte del paese, inclusa la capitale Mogadiscio . Soltanto di recente l’Unione Africana e le forze di sicurezza locali hanno rafforzato la propria cooperazione militare, costringendo i militanti ad abbandonare alcune delle loro roccaforti, principalmente in aree urbane  e a disperdersi nei vasti territori interni del paese, zone difficili da controllare per le forze di sicurezza governative  a causa dell’asperità del terreno ma anche per la cronica carenza di fondi e mezzi militari che limitano di molto le operazioni di antiterrorismo sul modello “search and destroy”.  Ragion per cui, i militanti, seppur sconfitti e ricacciati al di fuori della maggior parte dei centri urbani del paese, rimangono  attivi principalmente nel sud della Somalia, continuando a compiere attacchi sistematici contro resort, posti di blocco dell’esercito ed edifici governativi. Come ogni formazione jihadista, Al-Shadaab  mira a destabilizzare il legittimo governo somalo , con continui attacchi volti a logorare il morale delle truppe dell’Unione Africana stanziate in loco in missione di peace keeping ed imporre la loro personale visione della legge islamica.  Gruppi sparuti di bande armate  colpiscono sovente anche il vicino Kenya, esercitando pressione sul governo di Nairobi nella speranza che questo ritiri le proprie truppe stanziate in sostegno del governo somalo.  Dal 2011, la costante aggressività ed il continuo aumento di formazioni paramilitari jihadiste , hanno spinto i paesi dell’Unione Africana a dare il via all’operazione AMISOM: operazione militare internazionale con cui si cerca di difendere il governo somalo dalle insidie del radicalismo islamico al fine di scongiurare un potenziale effetto domino che potrebbe coinvolgere gran parte dei paesi dell’Africa orientale.  La risposta di Al-Shabaab è stata l’ovvio intensificarsi degli attacchi sulla popolazione civile nella speranza che la paura instillata nei cittadini privi i governi del consenso necessario a continuare le missioni in Somalia.

Gli attentati più “spettacolari” compiuti dai terroristi in Kenya sono stati: al il Westgate shopping mall, nel cuore di  Nairobi, incominciato il 21 settembre 2013 e terminato il 24 dopo ripetuti assalti delle forze di sicurezza keniane. Molti dei morti sono stati, secondo i testimoni, uccisi per non aver saputo rispondere a venti domande inerenti al recitare versetti del Corano o i nomi del profeta Maometto, e ad aprile 2015 a nord del paese, dove militanti armati fecero un blitz nel Garissa University College, giustiziando 15 persone. Il più mortale degli attacchi invece si è consumato in Somalia, nella capitale Mogadiscio il 14 ottobre 2017, dove l’esplosione sincronizzata di una serie di autobombe ha ucciso più di 500 persone.

Fabrizio Tralongo