I grillini si sono beccati una sonora sberla politica, facendo la figura degli impreparati e dei dilettanti allo sbaraglio, da parte del gruppo ALDE al Parlamento europeo che, con un marcato “no thank”, ha liquidato una situazione che gli risparmia problemi con i propri elettori in campo europeo. Il tutto, bloccando di fatto l’ingresso del M5S nel gruppo europeo dei liberali e democratici.

La notizia è arrivata all’imbrunire di un lunedi post festività, facendo immediatamente il giro del web e di numerose testate giornalistiche. Al netto delle parole, i fatti dicono che un pre accordo era stato stilato e firmato dai responsabili dei due gruppi il 4 gennaio, mentre il 9 c’è stata la votazione online dove il 78,5% degli iscritti al blog dei 5 Stelle, ha sancito l’adesione al gruppo dell’ALDE al Parlamento europeo.

Già, però, nei giorni precedenti erano venuti fuori i primi mugugni da parte di alcuni iscritti pentastellati e di aderenti al gruppo “Liberali e democratici europei”. Con conseguenti mal di pancia, musi lunghi e recriminazioni varie per tutti.

E, mentre i Cinque Stelle prendevano posizione contro la proposta di adesione in un gruppo filo europeista come l’ALDE,  mostravano allo stesso tempo un certo disagio verso una politica di alleanze che la base più estrema e populista dei grillini ha sempre criticato, ricevendo allo stesso tempo l’invito di Matteo Salvini ad aderire al suo gruppo.

Da parte dell’ALDE, nel frattempo, è cominciato un certo pressing verso i dirigenti, tacciando i grillini di incoerenza e rinfacciando loro l’alleanza con Nigel Farage, leader del gruppo populistico europeo, e soprattutto le prese di posizioni ante ALDE di un paio di anni addietro, così come quelle anti europeiste dimostrate durante la legislatura europea ancora in corso.

Morale della favola? Niente alleanza e niente accordi per salvare i grillini dal depennamento dei contributi europei dovuti alla brexitizzazione del gruppo di Farage, che avrebbe fatto incassare circa settecentomila euro in meno. Adesso, dopo una figura menagrama, avendo visto sfumare questo matrimonio di interesse, con una capriola carpiata Grillo torna sui suoi passi e, in ginocchio, va a implorare il perdono di Nigel Farage, leader populista della destra oltranzista, abbandonato da poco, per cercare di far tornare nel gruppo EFDD i suoi proconsoli, col risultato di non perdere contributi e briciole di potere.

In tutto questo, in cambio del ritorno nel gruppo, Farage impone che i Cinque Stelle non abbiamo più alcun peso dirigenziale nella presidenza del gruppo, fino a prima condivisa, ma neanche nelle commissioni, subendo imposizioni fini a se stesse con poca autonomia politica. Adesso per i grillini si pone un pensiero: “Cosa fare in  Europa?” Ma soprattutto, “quanto conterà il peso pentastellato nel Parlamento europeo?”.

Liborio Martorana