Lo scrittore statunitense Kent Haruf è famoso per i romanzi della cosiddetta trilogia della pianura (“Canto della pianura”, “Crepuscolo” e “Benedizione”) ambientati nell’immaginario paese di Holt nel Colorado, sua terra natale, pubblicati in Italia nel 2015 e 2016.

Nel 2015 è stato pubblicato in America e quest’anno in Italia, postumo, il romanzo “Le nostre anime di notte” (“Our souls at night”).

In questo romanzo, ambientato anch’esso a Holt, si narra, con il consueto stile stringato di Haruf, la delicata vicenda di due anziani vedovi (Addie e Louis) che cercano di alleviare gli effetti negativi delle proprie solitudini trascorrendo insieme le notti a costo di destare scandalo nella piccola comunità di provincia. I due riescono, poco a poco, ad aprirsi l’un l’altro e confessare ed elaborare fatti del loro passato. Lasciamo al lettore curioso il piacere di scoprire l’epilogo della vicenda.

Dal romanzo è stato tratto un film, interpretato da Jane Fonda e Robert Redford, presentato allo scorso festival di Venezia che non vedrete nelle sale cinematografiche ma già disponibile sulla rete Netflix. Il film, rispetto allo stile asciutto del romanzo, ha un respiro più lento a costo di sacrificare l’approfondimento di alcune figure di contorno e inserendo alcuni eventi non presenti nel romanzo, pur mantenendo una sostanziale fedeltà allo scritto. È la consueta sensazione che si prova quando le immagini che la mente del lettore elabora liberamente scorrendo la carta scritta vengono ridotte e confinate in quelle che il regista sceglie per il film.

Fabrizio Vasile

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