C’è una Italia sbagliata in giro per il Paese, ed è una Italia che da tempo non ci appartiene più. Questa Italia cosi rancorosa e odiatrice, si avvale di forme di comunicazione a dir poco da codice civile sia nella forma che nel contenuto. Questa Italia che non aveva visibilità prima dell’avvento del web, stava nascosta nei meandri della società al limite parlava davanti ad un ennesimo bicchiere. L’arrivo della comunicazione globale attraverso internet li ha tirati fuori ed hanno dato sfogo alla loro intransigenza da tastiera. E mi torna sovente in mente ciò che ha detto qualche anno fa lo scrittore Umberto Eco:«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli»).  Si è visto negli anni appena trascorsi che ognuno ha potuto offendere e lapidare la vittima di turno e Laura Boldrini ne è  l’esempio lampante, dove una frase di Beppe Grillo (cosa fareste in auto con la Boldrini?) ha messo in moto la cloaca penta stellata e non, scatenando i vari pretoriani nella ricerca del termine più offensivo verso l’ex presidente della camera. Ma non ci sono solo politici all’interno di questo calderone da vivisezionare, ci sono tutta una serie di personaggi che volenti o nolenti stanno all’apice della visibilità. Ecco da quando è cominciato il tiro al bersaglio verso queste persone, l’italiano medio  ha sciolto tutti i suoi retaggi risalenti ad una cultura fascista e machista. Ha potuto riesumare quella cultura che da qualche decennio era stata messa in ombra da una rivoluzione culturale mondiale, grazie alle generazioni che hanno combattuto in tutto il mondo per l’affermazione di diritti e dignità umane. Questa incultura che fa il paio con il becero tifo da stadio delle frange più estremiste, oggi la ritroviamo al interno della politica, con leader che in teoria dovrebbero insegnare la storia del nostro Paese, portando avanti le esigenze di tutti i cittadini ma che nel merito parlano solo ad una parte di questi, quelli che gli porteranno i voti e  utilizzando linguaggi da suburra. Un politico porta avanti le istanze di un pezzo di società e lo dovrebbe fare con un minimo di sobrietà, senza dare in pasto alle proprie belve anche la vita privata degli avversari politici. E’ notizia di questi giorni che un leader del governo dia nutrimento a queste belve postando sul proprio profilo social la foto di tre ragazzine che lo contestavano,  in questo modo è stato certo che il web malato gli avrebbe reso giustizia tramite una vendetta da social. Altra storia è quella del rapimento della ragazza italiana cooperante in Africa che aiutava i bambini. Appena uscita fuori la notizia del rapimento si è scatenato tutto quel luridume, quella lordura che fa di un essere umano una bestia. Le accuse che le sono state lanciate dimostrano quanto il nostro Paese stia tornando indietro, il silenzioso e velato “consenso” assieme ad una mancata presa di posizione nei confronti di questa italiana appartenente alla parte migliore della nostra società, ha dato manforte a quei leoni del web facendoli salire alla ribalta nella classifica degli imbecilli.

E’ una Italia sbagliata quella che stiamo vivendo adesso, una Italia che si nutre di egoismi personali, di interessi economici privatistici, e soprattutto si nutre di ignoranza, di mancanza di rispetto e aborrendo il senso di umanità che fino a qualche decennio addietro mostravamo con orgoglio. Spero solo che questo periodo passi presto e che si risollevi la cultura politica, umana e sociale di questa bella e bistrattata Italia.

Liborio Martorana

(fonte immagine web)