di giandiego marigo                                                                                 28/05/2020

Molti scrittori di anticipazione descrivono un mondo futuribile, a volte solo leggermente distopico, in cui le nazioni perdono importanza, così come i loro regimi che divengono strumenti di utilità senza caratterizzazioni ideali, per lasciare spazio ad una sorta di totalitarismo delle multinazionali. Sono in genere romanzi cupi, un inglesismo le definirebbe leggermente Dark. Mondi dove il consumismo sostituisce la democrazia e la pubblicità diviene, palesemente, manipolazione e linguaggio diffuso. È una visione condivisa nel mondo autorale, inizialmente forse casualmente comune , ma ora un fondamentale dei mondi distopici o futuribili.

Al di là delle astuzie letterarie che gli autori usano ispirandosi l’uno all’altro (lo dico da autore, spesso si parte da l’acquisizione comune, per esempio nel fantasy non si può prescindere da Tolkyen, Zimmer Bradley, Le Guin … nella fantascienza vale il medesimo principio per Asimov, Clark, Heinlein, Scheckley) resta il dato sconcertante, che quasi tutta la letteratura di anticipazione concordi su questa immagine, è talmente vero questo che oggi anche la filosofia scivola su queste tematiche, dando loro corpo, consistenza e veridicità.

L’immanenza della robotica e dell’industria 4.0 è , ormai dietro l’angolo. La realtà della relazione sempre più stretta fra uomo e macchina, favorita dall’informatica, dalla biotecnologia, dalla genetica è una realtà che invade più di un campo dalla medicina, alla comunicazione, passando anche, direttamente, per la vita di ognuno di noi.

Per affermare questa visione, occorrono però alcuni elementi … basilari e fondamentali uno di essi è la necessità della scomparsa della piccola distribuzione, dell’artigianato, della piccola, piccolissima industria. Esse vengono sostituite, via via dai franchising, cioè dalle multinazionali stesse travestite da piccoli distributori. Occorre anche che la sovranità popolare sia azzerata i popoli debbono accettare la loro trasformazione in consumatori di fascia … altissima, alta, medio-alta, media, bassa bassissima e alla fascia zero dei perduti, degli ultimi. Perché il mondo della tecnologia spinta, della robotica antropomorfa, può permettersi un nuovo evo mediano con gran parte della popolazione al livello zero che si rotola fra pestilenze e fango … mentre piccole guerre locali provvedono a tenerla sotto controllo.

L’ordine verrebbe comunque garantito da milizie padronali, eserciti mercenari al soldo delle multinazionali che acquisirebbero un respiro anche politico, palesando un controllo che ormai esercitano da tempo. Le lobbyes sostituirebbero … i comitati elettorali.

Quand’anche si mantenessero strutture pseudo-democratiche, aree di pura burocrazia e controllo, esse rappresenterebbero unicamente questi interessi, fra loro forse persino in conflitto per la logica della conquista dei mercati … o semplicemente per l’antico principio del divide et impera. Le tifoserie fanno sempre comodo al potere. Le guerre commerciali diventerebbero concrete, visibili, palesi. In quasi tutta la fantascienza esse sono guerre reali, combattute su scala planetaria ed extra-planetaria.

L’èlite in molti di questi romanzi fugge dal pianeta Terra ormai irrimediabilmente compromesso dalla follia umana per rifugiarsi su nuovi pianeti terra-formati (con la robotica e l’intelligenza artificiale sarebbe meno complesso di quanto si possa pensare).

Tutto questo gli elitari lo sanno molto, molto meglio di noi. Essi hanno accesso diretto ed il controllo della ricerca. Le multinazionali possiedono, di fatto, la scienza; al di là di piccole, piccolissime isole di indipendenza, in genere derise ed isolate, fondamentalmente screditate.

Stiamo giocando … è lo scrittore di fantascienza e fantasy (a proposito leggete i miei libri sono belli) che vi intrattiene in una pulsione auto-celebrativa finalizzata a pubblicizzarsi in modo nemmeno tanto indiretto? Se vi piace pensarlo fate pure, in fondo ognuno è libero di pensare ciò che meglio crede … per ora.

Perché il futuro potrebbe non consentirlo e forse alcune avvisaglie sono già presenti nel qui ed ora. Per tornare ai nostri mondi distopici, molti fra loro sono oggetto di forme dittatoriali legate alla salute. Pandemie, forme virali nuove, vere od inventate dal potere delle multinazionali. Industrie farmaceutiche che sperimentano, direttamente sull’uomo-moltitudine le loro soluzioni. Traffico di organi, stratificazione selvaggia della “Capacità di cura”. Chi può permetterselo vive a lungo … sempre più a lungo. Elitari che giocano con il prolungamento della vita (propria) e che profumatamente vendono le conoscenze acquisite ai pochi, pochissimi che se le possono permettere. Il vampirismo del Mors tua Vita mea, che diviene pratica normalizzata, non più celata o velata dall’ipocrisia e il perbenismo, ma pratica corrente, socialmente accettata.

Quella che chiamammo Mafia che diviene parte integrante di una società dove gli scrupoli divengono forma di assoluta debolezza ed i comportamenti mafiosi parte del linguaggio.

Ed ancora abbiamo giocato, chi scrive s’è divertito a spaventare? Così è … se vi pare! Diceva un grandissimo autore e commediografo siciliano. Fate voi! Di suo, lo scrivente, sa che l’essere umano non riesce ad immaginare cose impossibili, che dove si spinge la fantasia prima o dopo passerà anche la realtà … una o più realtà del multi-verso in cui stiamo ballando.