Radio Off intervista Barbara Evola (Sinistra Comune)

di Fulvio Fisicaro Palermo, 19 novembre 2021

In Sala delle Lapidi occupata, si è tenuto ieri il Consiglio Comunale della Città di Palermo: la protesta non ha ostacolato in alcun modo la normale attività amministrativa. La forte iniziativa dell’occupazione della Sala Consiliare da parte di un gruppo di Consigliere e Consiglieri ha risvegliato in molti cittadini ardori sessantottini sopiti. Tutta la città li deve ringraziare per i loro sacrifici: contribuiscono a tenere desta l’attenzione sulla potenziale deriva del Comune di Palermo, in tempi in cui l’oblio sarebbe il peggiore dei mali. La cronaca della seduta, però, parla dell’ennesima fumata nera per il Piano Triennale opere pubbliche 2020-2022: i finanziamenti europei e regionali ad esso collegati sono sempre più a rischio. Su questo, Radio Off ha sentito oggi Barbara Evola, Consigliera Comunale, eletta nel 2017 per Sinistra Comune. “Vorrei segnalare il dato politico complessivo che emerge dalle ultime sedute, e in particolare da quella di ieri. Le forze del centro destra sono in grande difficoltà. Nei loro interventi, piuttosto che occuparsi degli approfondimenti su un atto assolutamente noto, come il Piano Triennale opere pubbliche 2020-2022, hanno fatto interventi che miravano a mortificare la protesta messa in atto, e contrapporre alle nostre ragioni alcune motivazioni che non trovano alcun fondamento. Il Piano Triennale non è stato discusso; la votazione dell’atto è stata fatta slittare ulteriormente, con il rischio rappresentato dagli Uffici Comunali che non ci siano più i tempi per istruire le gare finanziate con fondi europei e regionali, con la conseguente perdita dei fondi stessi.”

Ha destato molta attenzione la forma di lotta e di protesta di cui vi siete resi protagonisti: l’occupazione di Sala delle Lapidi.

“Abbiamo deciso di attuare questa forma di protesta per attirare l’attenzione di tutti i cittadini su quello che sta accadendo e che rischia di ricadere sulle spalle di tutta la comunità. Questa occupazione ha non solo messo al centro della comunicazione l’attività politica del Consiglio Comunale; ma ha anche fatto cadere i veli dell’ipocrisia lasciando emergere una contrapposizione netta tra chi vuole portare avanti progetti utili per la città, tanto più in questo momento di grande difficoltà economica, e chi invece è pronto a sacrificare l’utilizzo di fondi pubblici per un tornaconto politico o per la tutela degli interessi di pochi.”

Quali sono i temi del Piano Triennale più controversi?

“Al centro della disputa, c’è il tram e i finanziamenti previsti. Il progetto, approvato da tutti gli Organi competenti, non piace a qualcuno. Il piano è quello di entrare a​ gamba tesa sul progetto sapendo perfettamente che i relativi finanziamenti si perderanno completamente e non potranno essere convertiti in altre spese. Il problema di questo progetto, per alcuni, è la linea che dovrebbe attraversare la via Libertà; in nome di pochi cittadini che non vogliono, si è disposti a sacrificare un intero progetto che, finalmente, collegherebbe tutte le zone della città. Chi si preoccupa di qualche abitante di via Libertà dimentica tutti gli abitanti delle periferie: Sferracavallo, Bonagia, ZEN…”

Anche l’evoluzione delle finanze comunali preoccupa oggi i cittadini.

“E’ stato approvato il piano di riequilibrio, la cui relazione però non è ancora stata presentata. Il termine per la presentazione del piano è fine dicembre. In mancanza, il Comune entrerà direttamente in stato di dissesto. Ma la redazione del piano e l’eventuale approvazione in Consiglio non sono sufficienti a salvare il Comune dal pericolo di dissesto; tale piano deve essere valutato dalla Corte dei Conti e dalle autorità che hanno il potere di confermarne la validità. Solo allora potremo sapere se il piano di riequilibrio potrà essere attivato, oppure se il Comune entrerà ufficialmente in dissesto.”

Cosa comporta il dissesto finanziario di un Comune per i suoi cittadini?

“Il dissesto provoca un innalzamento ai massimi previsti di ogni tassa o tariffa; si interrompono le assunzioni, si blocca l’aumento ore del personale. Sarebbe un danno enorme per la comunità che bisogna evitare. La condizione del Comune di Palermo è la stessa in cui versano 250 Comuni siciliani, che insieme attraverso l’ANCI hanno chiesto l’intervento del Governo, non solo in termine di risorse, ma anche di interventi normativi. Il Governo dovrebbe dare risposte in modo immediato: tra le cose richieste, c’è l’individuazione della data del 31 dicembre per la scadenza dei Bilanci di Previsione, il cui termine era già slittato al 30 settembre. La richiesta più forte che l’ANCI ha fatto è quella di intervenire modificando il sistema di formazione dei bilanci, in particolare attraverso il dimezzamento del Fondo crediti di dubbia esigibilità. In pratica, le tasse versate dai cittadini che le pagano vengono bloccate in un fondo di bilancio e non possono essere spese per il bene della collettività. Su questo, Roma è sorda. Il Governo preferisce investire imponenti somme a sostegno dei Comuni piuttosto che iniziare a modificare un sistema di fiscalità che ha azzoppato gli Enti Locali.”