di giandiego

Parlare di questo Referendum burla è, sinceramente, fastidioso.

Io, come molti lombardi, ho cercato sin qui di ignorarlo, eppure la Lega ci ha investito moltissimo e laddove governa, purtroppo in molti comuni lombardi, sta gonfiandone oltre misura il senso e l’efficacia.

Un referendum consultivo costoso ed inutile, oltre che mistificato nel racconto e nei contenuti da un fronte pseudo-indipendentista che narra una fiaba senza senso e senza fondamento.

Avvolgendo in menzogne strumentali e finalizzate al consenso lo spreco senza fine che questa inutile consultazione sta provocando.

Inserendo, quasi ad accarezzare le “variazioni” tecnologiche del popolo on line la novità del “voto elettronico”, i famosi tablet di Maroni.

Poi si dice verranno dati alle scuole, ma si badi, in una caricatura di “sicurezza elettorale” questi tablet non sono, per natura propria, collegabili alla rete e quindi inutili se non come fermacarte nella scuola 3.0 che, fra l’altro, non c’è.

Eppure si deve, e lo faccio, personalmente, di malavoglia, dato che le “farneticazioni” neo-naziste della Lega mi provocano forme di idiosincrasia e tachicardia, nonchè svariate forme di nausea e ribrezzo.

Non sono democratico?

La Lega non lo è … e lo si misura laddove governa in questo martoriato territorio. Fa un uso scorretto e prevaricatorio della maggioranza che riesce ad ottenere accarezzando i vizi peggiori e le malevolenze del popolo pseudo-padano e della sua annosa indifferenza solidale e xenofobia (latenti certo ma ben presenti).

Facendo del naturale perbenismo bacchettone delle campagne Lombardo-Venete la propria filosofia apparente e formale.

Non riesco e secondo me non è nemmeno giusto e possibile ad inserire la Lega nell’Agone Democratico e Plurale della Politica italiana. Di cui già di mio ho, come socialista libertario, scarsissima fiducia. Me ne scuso, ma dovrebbe, a mio umilissimo parere risultare difficile a chiunque. Così non è purtroppo.

Ma, si faccia attenzione.

Vi è nella filosofia leghista, persino più che in quella neo-fascista pura, una premessa eversiva che invalida qualsiasi sua pretesa pseudo-democraticistica, quale per esempio questo referendum beffa, riducendola al pretesto strumentale che è in realtà. Appoggiarlo e parteciparvi significa avvalorare questa strumentalità ed una filosofia sostanzialmente neo-fascista e razzista.

La politica di Maroni è stata la continuazione di quella Formigoniana, con qualche astuzia auto-promozionale in più, colonizzazione e privatizzazione di ogni settore d’Intervento regionale. Inventando dove occorra consorzi inesistenti e senza prospettive ed affidandone la gestione agli “amici” ed alla Compagnia delle Opere, referente principale in questo gioco di appropriazione del sistema di servizi e sanitario. Nonchè consolidato impero Formigoniano.

La politica Leghista consiste nello spostare in zona di controllo tutte le “istituzioni” in cui la Regione Lombarda abbia un intervento.

Una classe politica corrotta, ladrona ed inetta che ammanta di “tecnicismo” la propria opera che si riduce però alla distruzione metodica dello “stato sociale” ed alla sua privatizzazione compulsiva.

Nel caso poi di Lega e neo-Formigoniani con la tendenza ad appropriarsene in prima persona.

Resistenza attiva a questo referendum truffa, cercando di riproporre … ad ogni livello una Lombardia diversa, accogliente, solidale e parte di un ordinamento sociale più ampio.

Che è l’esatto contrario di quella egoista, chiusa, retriva e medievale che propone la Lega in alleanza con lo pseudo-efficentismo dell’appropriazione indebita della destra Lombarda più tradizionale e finto-liberale.

Non può e non deve essere una resistenza silenziosa ed inerte, non può essere indifferenza.

Per un modello nefando che diviene condiviso, nonostante le apparenti differenze e contrasti fra le dirigenze di PDLEGAPDL ed M5S che pur rissose dal punto di vista elettorale sono sodali ed unite sulla teoria della privatizzazione del Welfare State.

Si vedano i comportamenti reali (ed il modo in cui votano) degli eletti M5S in Lombardia a questo proposito. Non tanto e non solo in Regione, dove l’apparenza di una opposizione dura viene salvata, ma soprattutto nei territori, nei comuni e nelle città.