di Liborio Martorana 13/03/2021

Nella nostra politica c’è una parte di essa che risulta essere sempre più confusionaria. Parlo di quella parte che sta a sinistra nel panorama politico attuale. Oggi la sinistra è sempre più divisa, impone scelte che poi si rivelano sbagliate e gettano sempre più  nell’anonimato popolare quella che un tempo fu l’avanguardia dei diritti dei lavoratori.  Sembrerebbe che lo sport più comune in seno a questa sinistra sia la scissione, il modus vivendi dell’imporre situazioni e steccati con paletti che non lasciano margini alla discussione e che mettono in evidenza il pensiero unico individuale di coloro che ne guidano le file. In questi anni di scissioni ne abbiamo avute a bizzeffe, militanti ed elettori hanno dovuto subire le decisioni dei vari coticchioni  i quali, con molta probabilità hanno inteso la loro azione  come la panacea dei mali della politica per arrivare alla fine di una tornata elettorale  ad avere percentuali di numeri talmente risicati da eguagliare  il prefisso telefonico della capitale.  E questo discorso vale per quei partitini che nel nome di una identità assopita si credono di essere i padroni della politica. Peccato per loro che non valgono un gran ché, ma che servono solo a dare quel momentaneo lustro ai vari capi e capetti da due soldi, a coloro che pensano che il loro discorso, la loro idea altro non sia che la migliore del mondo. Il risultato di questi paletti e di questi distinguo di sicuro gli da la sensazione di avere di punto in bianco un allungamento del loro organo sessuale, di essere perfetti.  Solo che non comprendendo la loro miopia passeranno tutta la loro vita appresso a questi distinguo che non portano a nulla, ovvero alla inutilità politica che fanno perdere consensi e relegano sempre più il campo progressista nel limbo del dimenticatoio o ancora peggio regalano elettori al populismo da ignoranza cronica ed al sovranismo becero . Non è di questo che il nostro Paese ha bisogno soprattutto in un momento come quello che  stiamo vivendo.  Da più parti si chiede una unità della sinistra, unità che ci porterebbe ad avere dei numeri per potere stare alla guida dell’Italia. Cosa molto difficile da attuare  questa proposta.  Personalmente credo che la sinistra abbia bisogno di una Casa comune, dove le varie anime del progressismo si spoglino  dell’anima e mettano in cantiere proposte da discutere fra tutti i vari componenti ed inquilini della casa stessa con ragionevolezza, serietà e fine comune. Una casa comune dove non esistano limiti che portino ad avere  incidenze di supremazia e dove la proposta porti ad una sintesi  facilmente collocabile dentro il panorama politico culturale e sociale. Non si può continuare a lasciare le decisioni nelle mani di soggetti che a tutto mirano fuorché al benessere dei cittadini. La coltivazione del proprio orticello va bene per coloro che ormai hanno tirato i remi in barca ma che non paghi  della loro posizione pensionabile  creano scompiglio in quello che ormai resta di una storia importante come quella della sinistra italiana

(Fonte immagine: liborio martorana)