E, alla fine di tutto questo ambaradan romano, la sindaca pentastellata Virginia Raggi salva per il momento la poltrona di primo cittadino, ricevendo un perdono part-time da parte di Grillo e di Casaleggio junior.

La vicenda ha avuto inizio qualche mese fa con alcune contestazioni da parte di una delle correnti stellate, formata da Roberto Fico, Roberta Lombardi e qualche altro grillino ortodosso, in merito alla nomina di Raffaele Marra quale dirigente comunale a capo del gabinetto della sindaca capitolina. Una corrente del movimento talmente agguerrita, che nei mesi scorsi ha portato la Raggi a dare ultimatum per tenere al suo fianco Marra, creando di fatto una spaccatura all’interno del movimento e una presa di distanza tra le varie anime.

In questi giorni, però, l’arresto di Marra per corruzione ha accelerato quel processo nei five stars che stava nascosto come la polvere sotto il tappeto, portando Beppe Grillo nella capitale per vedere come sistemare le cose e imporre alla sindaca il dimezzamento del suo cerchio magico.

Così, persone come Daniele Frongia e Salvatore Romeo, sono state ridimensionate rispetto alle loro posizioni, salvando di fatto la Raggi dall’esautorazione pentastellata. La sindaca di Roma, quindi, resta al suo posto, seppur con dei distinguo da parte dei padroni del movimento, i quali in un primo tempo avevano pensato di sfiduciarla e inibirle l’uso del simbolo, pronti a inserire come vice sindaco un loro uomo di fiducia che possa fare le veci della Raggi in caso di autosospensione per una eventuale indagine a suo carico.

Tutto ciò, però, non è avvenuto, con buona pace dei seguaci del movimento. Anzi  un comunicato apparso nel blog di Grillo, li tranquillizzava dicendo: “Roma va avanti con Virginia Raggi, sindaca del Movimento 5 Stelle. Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone sbagliate. Da oggi si cambia marcia”.

Fin qui possiamo dire che questo perdono condizionato ci può stare, perché bisogna tenere unito il movimento serrando le fila in vista delle future campagne elettorali. Anche se, ormai da tempo, un certo danno è stato fatto visto che, dopo avere perso Parma con l’affaire Pizzarotti gestito malissimo da parte della dirigenza grillina, oggi non possono permettersi di perdere anche Roma. Soprattutto, poi, con la mannaia dell’inchiesta palermitana sulle firme false della campagna elettorale del 2012.

Quelle che ancora non si riescono a capire sono le motivazioni per le quali la sindaca di Roma ha fortemente voluto al suo fianco il chiacchierato dirigente comunale, oggi in carcere. Su questo si possono solo fare svariate ipotesi, fino a quando la verità non verrà fuori. Nel frattempo, assistiamo  a questa fiction dalla cattiva recitazione.

Liborio Martorana