I vandali sono entrati in azione danneggiando la statua e sfondando una vetrata
Hanno agito indisturbati, approfittando del weekend, i vandali che hanno buttato a terra e poi decapitato la statua che raffigura Giovanni Falcone, il giudice simbolo della lotta alla mafia. Il busto si trova nella scuola che è a lui intitolata, all’interno del quartiere Zen di Palermo. La testa della statua è stata utilizzata per sfondare una vetrata.
L’istituto Falcone è aperto dal lunedì al venerdì per attività amministrative ed ad accorgersi dell’accaduto, questa mattina, è stato un assistente amministrativo che ha provveduto ad avvisare la dirigente scolastica della scuola, Daniela Lo Verde, che ha chiamato la polizia. Adesso è stata aperta un’indagine.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, hanno espresso il loro sdegno contro il gesto terribile. Da una parte Gentiloni, che su Twitter scrive: “Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria”, mentre il sindaco Orlando spera che presto si possa risalire agli autori di questo gesto vile.
Non è la prima volta che in città vengono danneggiate le statue dei giudici Falcone e Borsellino. Era già successo a luglio del 2010, quando furono realizzate da Tommaso Domina le due sculture in gesso raffiguranti i due giudici e amici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e messe in via Libertà, a Palermo, proprio dove poi furono danneggiate, quindi restaurate e rimesse a posto, sotto scorta dei carabinieri, sino al giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. 57 giorni prima, la strage di Capaci: 23 maggio 1992, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
Serena Marotta
(10 luglio 2017)