Di Lorenzo Gagliano.

La #GuerraFinanziaria sta assumendo proporzioni mai viste prima, proprio per via delle dimensioni dell’economia sanzionata, quella Russa.La Banca centrale russa ha avvertito di aver congelato i pagamenti dei dividendi ai detentori esteri di bond in rubli in via temporanea – senza specificarne i termini. Una quota pari al 19% del #debito russo. Ora Mosca è in #default tecnico – per scelta – ma è una scelta conseguente al fatto che tutti i settori in Russia sono in perdita e il rublo non vale neanche un centesimo di dollaro. Non è necessariamente una buona notizia: da un lato, nel breve periodo, mette sotto pressione Mosca durante i #negoziati in corso, dall’altro, però, oltre a danni macroeconomici evidenti (declassamento rating, accesso ridotto ai mercati finanziari esteri, diminuzione degli investimenti), infligge un danno economico che ogni cittadino russo dovrà pagare negli anni a venire. Anche a livello micro, infatti, una ulteriore erosione del potere d’acquisto di un mercato così integrato potrebbe essere un duro colpo per l’#export dei Paesi #UE con una forte presenza in Russia come l’ #Italia, anche se la crisi militare dovesse risolversi in poco tempo. Il pericolo concreto risiede nella possibilità che il Cremlino, spalle al muro, privato di sufficienti risorse economiche si affidi alle (più che sufficienti) risorse militari.Sarà importante che l’occidente, al momento giusto, sia in grado di offrire a #Putin una via d’uscita sostenibile, per evitare il baratro in cui tutti rischiamo di essere portati.