Libera Sicilia e il settore Memoria dell’associazione presieduta da don Luigi Ciotti sono vicini ed esprimono tutta la loro solidarietà ai familiari di Filadelfo Aparo, Cirino Catalano, Carmelo Di Giorgio, Alfio Pisano e Francesco Vecchio – vittime innocenti della mafia – la cui lapide, collocata nella Villa Marconi di Lentini, è stata distrutta e cosparsa di escrementi.

«Condanniamo questo vile gesto – afferma Gregorio Porcaro, coordinatore regionale di Libera Sicilia – che non fa assolutamente bene a quel percorso volto a dare valore e salvaguardare la memoria».

Un atto che lascia veramente sgomento, ma anche fortemente amareggiato e rattristato tutto il coordinamento di Siracusa che, sin dalla sua nascita, ha fatto propria la tutela della memoria delle vittime, quale strumento di giustizia sociale, attraverso l’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno delle vittime innocenti della mafia”.

«Congiuntamente alla Cooperativa “Beppe Montana – Libera Terra”, ci preme esprimere la nostra vicinanza e solidarietà ai familiari di queste vittime – afferma Lauretta Rinauro, coordinatore provinciale di Libera a Siracusa – che, al di là delle cause dell’accaduto e della natura dei responsabili, hanno vissuto indirettamente una nuova sofferenza legata a un atto di violenza rivolto stavolta, se non alle persone, alla memoria dei loro cari. Ancora di più ci responsabilizza, come realtà che si occupa di diffusione della cultura della legalità, la notizia che i responsabili dell’accaduto risultano essere minorenni. Come cittadini, come società civile e come educatori, sentiamo di dover leggere in questo gesto l’esigenza per la nostra società di ripartire da questo evento per puntare le forze comuni verso iniziative che educhino i nostri ragazzi al rispetto del bene comune, della persona, della città e soprattutto delle regole, garanzie di vita libera, sana e onesta».

 È da qui che i volontari si propongono di ricominciare, impegnandosi a essere presenti a Lentini, collaborando maggiormente con le istituzioni e con la cittadinanza.

 «Questo non solo per ricostruire la lapide quale simbolo di memoria e di impegno – aggiunge la Rinauro –  ma anche per progettare un percorso comune che possa rieducare i giovani, partendo proprio dai ragazzi che hanno compiuto il drammatico gesto, alla cultura della legalità, dell’impegno alla cittadinanza attiva, della sensibilizzazione verso la lotta e il rifiuto a qualunque forma di sopraffazione, devianza e criminalità. In tale ottica abbiamo già assunto un impegno di collaborazione con l’amministrazione locale, affinché venga ricollocata e anche meglio la lapide, ripartendo da lì per costruire un futuro di legalità per i giovani della città di Lentini».