Caro popolo di Cuba: é con profondo dolore che compaio per informare il nostro popolo, gli amici della Nostra America e del mondo, che oggi, 25 novembre del 2016, alle 10.29, ore della notte, é deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz“.

Si spegne così, all’Havana, uno dei volti più iconici del secolo trascorso. Fidel Alejandro Castro, il  Líder Máximo (per i suoi  sostenitori), all’età di novant’anni chiude un altro pezzo di storia novecentesca. Chiaramente una delle personalità più ispiratrici del secolo scorso, che con la sua disperata guerriglia, inizialmente di soli 12 uomini, nel 1956 ha indotto alla fuga il dittatore Batista e gettato le basi per una radicale trasformazione del sistema economico e sociale cubano, trasformando la piccola isola antistante la Florida in un paese comunista. Senza contare che ha inserito Cuba in contrasto col disegno geopolitico statunitense sul sud America e in convergenza di intenti con l’Unione Sovietica.

baia-porciCastro è l’uomo che ha sfidato gli USA, respinto la famosa contro invasione della Baia dei Porci e che, conseguentemente,  si è provato a ostacolare con un durissimo embargo commerciale, nella speranza che il suo popolo, per fame, gli si ribellasse.

Non soltanto i cubani si sono stretti attorno al loro leader, ma gli hanno anche permesso di creare un’impalcatura statale più equa, in cui i capisaldi che dovrebbero contraddistinguere un paese civile  (sanità, istruzione, lavoro) erano garantiti orizzontalmente a tutti, senza alcuna eccezione, in  un paese dove è sempre esistito un dibattito politico interno – sebbene i detrattori affermino il contrario -, senza però mai mettere in discussione la leadership del partito comunista.

Castro ha saputo resistere agli attentati, all’embargo, ai tentativi di rovesciamento del proprio potere e ha trasformato Cuba in una valida alternativa per i latino americani, dimostrando che potevano esistere realtà in grado di sottrarsi alla politica del “cortile di casa“ di Washington. A lui, Cuba deve la massiccia campagna di alfabetizzazione del 1960, che nel giro di pochi anni si ridusse dal 20% al 3,9%;  deve anche la creazione di un sistema sanitario totalmente gratuito e all’avanguardia, che ha permesso di mantenere la mortalità infantile fra le più basse, se non la più bassa, dell’America latina.

Tenace fino alla fine, la sua attività politica iniziò a declinare nel 2006, quando venne colpito da una grave emorragia intestina che lo obbligherà a delegare definitivamente il potere nelle mani del fratello, Raul. Ritiratosi a vita privata, ha assistito a una progressiva “raulizzazione” del sistema cubano, accettando giocoforza l’introduzione di riforme economiche da parte del fratello,  pur non mancando mai di far sentire la sua voce ai media dell’isola con discorsi dal forte contenuto patriottico che ricordano quanto per i cubani “l’indipendenza e la lotta all’imperialismo” siano ancora oggi concetti pregni di significato e non meri slogan.

castro_murale_web-400x300Il Líder Máximo avrà i suoi funerali il 4 Dicembre, a Santiago de Cuba, in una cerimonia in cui sarà permesso ai cittadini di rendergli omaggio in luoghi e modi che verranno indicati dalle autorità. Nel frattempo, il governo cubano ha già proclamato nove giorni di lutto nazionale.

Difficile dire oggi cosa ne sarà di Cuba e del suo partito comunista. Di sicuro, con l’uscente presidente Obama, una timida apertura da parte degli Stati Uniti, fino a poco tempo fa impensabile, si è avuta. L’ ulteriore distensione potrebbe venire dal fratello, data la sua visione meno ortodossa del comunismo.  Una cosa è certa, parafrasando le stesse parole di Fidel, la cui vita nel bene e nel male ha ispirato tanti uomini che hanno combattuto per un’ideale, trasformandolo in una leggenda: “La storia lo assolverà“.

Fabrizio Tralongo