di Fulvio Fisicaro Palermo, 25/10/2022

Mettiamo a confronto i risultati delle elezioni regionali Sicilia 2022 nel territorio del Comune di Palermo con quelli delle comunali tenutesi nella stessa città lo scorso giugno. Gli scostamenti risultano di entità sorprendente, malgrado i pochi mesi che separano le due consultazioni elettorali. L’uso del linguaggio dei numeri consente la rappresentazione di ciò che l’intelletto già intuisce fornendone la giusta misura. Il primo dato significativo è il numero dei votanti. Alle comunali avevano votato 187.204 elettori; alle regionali 219.266, ben 32.062 in più, con un incremento del 15%. La maggiore affluenza si può spiegare in maniera plausibile con la casuale concomitanza di regionali e politiche.

Nella tab. 1, riportiamo il confronto dei voti ottenuti dal centrosinistra. Alle comunali, 41.209 voti con il 22,02% (PD + Progetto Palermo + Sinistra civica); alle regionali, 4.990 in più ma peso percentuale che scende dello 0,95% (PD + Cento passi). Il PD, in buona sostanza, alle comunali presentava due liste (PD e Progetto Palermo); le parti sommate avevano ottenuto 33.204 voti con il 17,74%; alle regionali, presente con una sola lista, 2.856 in più ma peso percentuale che scende al 16,44% con l’1,30% in meno. La lista Cento Passi raggiunge a Palermo il 4,62% e si ferma a livello regionale intorno al 3%, rimanendo così priva di rappresentanza all’ARS per non aver superato lo sbarramento del 5%. Alle comunali, la lista di Sinistra civica aveva subito lo stesso destino, ottenendo solo il 4,28% dei voti. Considerate le scarse probabilità di variazione delle leggi elettorali in senso proporzionale nel prossimo futuro, la crisi di consenso della sinistra e la sua estromissione sia da Palazzo delle Aquile che da Palazzo Reale mostra evidente la necessità di un ripensamento e di un rimodernamento profondo delle modalità di coalizione elettorale con il PD, onde evitare che il 4,5% circa del voto di sinistra a livello cittadino vada in futuro disperso sistematicamente. Per tradizione, il dialogo tra la sinistra e il PD non è stato mai un fatto del tutto compiuto per questioni identitarie radicate sia nell’una che nell’altra parte. Oggi, sembra arrivato il momento di pensare a un percorso politico comune anche in prospettiva elettorale.

Nella tab. 2, riportiamo i confronti dei voti ottenuti da alcuni partiti. Il Movimento 5 Stelle registra alle regionali 46.560 voti, 34.484 in più di quelli delle comunali, quasi quattro volte quelli ottenuti a giugno in coalizione con il PD. Azione con Calenda crolla, perdendo alle regionali 12.397 voti dei 19.420 delle comunali, pagando aldilà di ogni ragionevole previsione la fuoriuscita di Ferrandelli, scendendo dal 10,38% delle comunali al 3,20% delle regionali, divenendo insignificante o quasi a Palermo. Ciro Lo Monte e i Siciliani Liberi perdono 49 voti sui 1.897 delle comunali.

Nella tab. 3, riportiamo il confronto dei voti ottenuti dal centrodestra e da alcuni partiti della coalizione. Malgrado sia risultato vincente in entrambe le competizioni elettorali, il centrodestra perde alle regionali 15.292 voti sugli oltre 100 mila delle comunali, scendendo dal 53,79% di giugno al 38,95% di settembre: si vede che alle comunali ha sfruttato un​ imprevisto effetto Lagalla ed alle regionali ha patito il ciclone Cateno, capace di raccogliere a Palermo con Sud chiama Nord 32.238 voti con il 14,7%. Crescono Forza Italia e Fratelli d’Italia. La Lega scende al 3,83%, sotto il limite di significatività cittadino: il progetto di trasformazione in un partito nazionale a Palermo segna il passo.

(Fonte immagine: it. Wikipedia.org)

imprevisto effetto Lagalla ed alle regionali ha patito il ciclone Cateno, capace di raccogliere a Palermo con Sud chiama Nord 32.238 voti con il 14,7%. Crescono Forza Italia e Fratelli d’Italia. La Lega scende al 3,83%, sotto il limite di significatività cittadino: il progetto di trasformazione in un partito nazionale a Palermo segna il passo.